Botta e risposta tra il deputato del M5S, Luigi di Maio, e l’ex direttore de Il Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, a Piazzapulita, su La7. Il vicepresidente della Camera risponde alle domande del conduttore, Corrado Formigli, e di De Bortoli, circa le modalità di votazioni online. Si citano, a riguardo, i risultati delle “Comunarie” indette dal M5S a Napoli. “Hanno votato solo 588 iscritti” – osserva Formigli – “Sono un po’ pochi per decidere chi è il candidato sindaco“. “Prima di tutto sono 588 voti non comprati e non sono neanche di Buzzi e Carminati” – replica Di Mario – ” Secondo lei, per un movimento giovane come il nostro sono pochi 588 voti? Per me è il segnale che si tratta di un sistema credibile, non gonfiato, che cresce man mano che le persone vogliono partecipare“. Rincara le critiche De Bortoli: “Se fossi Di Maio, sarei preoccupato da questi dati. Sono davvero pochi. Voi avete una certa dimestichezza con la rete e avete un contatto quasi quotidiano coi vostri votanti sul web. Non le viene mai il sospetto che ci possa essere una manipolazione anche sulla rete che è paradossalmente più semplice da fare rispetto a quello che avviene ai gazebo? Se candidate” – continua – “esponenti che hanno ricevuto poche centinaia di voti in una città importante come Milano o Napoli, li indebolite perché partono male. Perché non pensate a qualcosa di più tradizionale?“. “Le primarie Pd?“, chiede ironicamente il parlamentare pentastellato. “Perché no?” – risponde il giornalista – “Forse voi riuscireste a organizzarle meglio. Ma guardi che come strumento non è sbagliato”. Di Maio sottolinea: “Io credo che questa discussione la risolveremo nel momento in cui si esprimeranno i cittadini italiani alle urne e decideranno se questo metodo di selezione è tanto credibile da votare un sindaco del M5S. Nel 2013, quando io ero un cittadino della Terra dei Fuochi che voleva provare a partecipare alla vita politica di questo Paese e nessuno me ne dava l’occasione, il M5S me ne ha dato l’opportunità proprio con la politica dei click. Sono stato candidato alle Parlamentarie e poi messo in lista, senza che conoscessi Casaleggio e Grillo. Negli altri partiti la mia posizione in lista costava 25mila – 35mila euro”. Il deputato poi spiega le modalità di iscrizione del M5S e, sempre in un confronto serrato con De Bortoli e Formigli, difende Gianroberto Casaleggio, a cui esprime solidarietà per la vicenda, rivelata dal Foglio, sul presunto controllo delle email dei deputati M5S da parte della Casaleggio Associati

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