Arriva l’Iri del terzo settore fortemente voluta dal finanziere renziano Vincenzo Manes. Il sottosegretario del Lavoro Luigi Bobba ha infatti depositato in commissione Affari costituzionali del Senato un emendamento del governo al disegno di legge delega di riforma del terzo settore che istituisce la Fondazione Italia Sociale, con sede a Milano, per “la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi caratterizzati dalla produzione di beni e servizi senza scopo di lucro” e “idonei a conseguire con un elevato impatto sociale e occupazionale”.

La fondazione si finanzierà con donazioni e campagne di crowdfunding, nel rispetto del “principio di prevalenza dell’impiego di risorse provenienti da soggetti privati”, ma in fase di avvio riceverà dallo Stato una dotazione iniziale di 1 milione di euro a valere sul fondo per il terzo settore previsto dalla legge di Stabilità. E l’emendamento specifica che il suo patrimonio “può essere incrementato da apporti dello Stato, di soggetti pubblici e privati, e le attività, oltre che dai mezzi propri, possono essere finanziate da contributi di enti pubblici e di privati”. La descrizione corrisponde perfettamente all’identikit del veicolo pubblico-privato proposto da Manes, azionista e presidente di Intek nonché patron di Fondazione Dynamoche nel dicembre 2014 è stato nominato da Matteo Renzi suo consigliere “pro bono” con l’incarico di “far partire il tema dell’innovazione sul sociale, sulla creazione di posti di lavoro legati a una diversa impostazione del terzo settore”.

E’ previsto che “per la realizzazione degli scopi della Fondazione, i soggetti fondatori di fondazioni di interesse nazionale, nonché gli enti ad essi succeduti, possono disporre la devoluzione di risorse alla Fondazione. Non secondario il fatto che “tutti gli atti connessi alle operazioni di costituzione della fondazione e di conferimento e devoluzione alla stessa sono esclusi da ogni tributo e diritto e vengono effettuati in regime di neutralità fiscale“. Lo statuto sarà approvato con un decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, sentiti i ministri del Lavoro e dell’Economia, e dovrà prevedere “strumenti e modalità di investimento, diretto o in partenariato con terzi”.

Alla domanda del senatore M5s Vito Crimi sul perché della sede a Milano, Bobba ha risposto il capoluogo lombardo è stato ritenuto più adeguato “sotto il profilo della capacità di catalizzare le risorse private derivanti da erogazioni liberali, per la presenza di un mondo economico-finanziario più strutturato”.

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