“Non voglio il funerale di Stato, dov’è lo Stato? Chi ci tutela?”. La famiglia Failla, la moglie Rosalba e le due figlie Eva ed Erica di Salvo, il tecnico della Bonatti rapito e morto in Libia insieme a Fausto Piano è arrabbiata, indignata con la Farnesina sia per il ritardo nel rientro delle salme e per l’autopsia fatta da medici libici in loco. Alla conferenza stampa organizzata nello studio legale di Francesco Caroleo Grimaldi, assistente della famiglia, Rosalba fa ascoltare una telefonata risalente al 13 ottobre scorso. Si sente la voce del marito che chiede “aiuto ai media“. E’ in realtà una registrazione fornita dai sequestratori. ’“La Farnesina mi diceva di non rispondere che a Salvo gli scrivevano ciò che doveva dire. Mi sono fidata del lupo. Mi sento in colpa per non aver risposto alle altre chiamate. Salvo mi chiedeva aiuto, stava male lo sentivo dalla voce” racconta Rosalba. “Il rapitore parlava italiano, a stento ma si faceva capire” aggiunge. “Lo Stato non c’ha tutelato, non ha tutelato mio padre né da vivo né dopo la morte, ha permesso di farlo sfregiare” sono le parole forti della figlia Erica. “La Farnesina ha detto alla famiglia Piano che sono stati costretti a dare i corpi per l’autopsia, gli hanno puntato una pistola alla tempia. La Libia sta vincendo questo braccio di ferro con il nostro Paese, ma io mi chiedo che valore ha l’Italia?” conclude

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Libia, medici legali dei Failla: “Autopsia? Hanno lavato il corpo, elementi di prova persi”

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