Lavoro, unioni civili e politica interna. Ma anche il ruolo dell’Italia in Europa, la situazione della Libia e la questione migranti. Di tutto questo Matteo Renzi ne parlerà con Barbara D’Urso, a Domenica Live, su Canale 5, nel pomeriggio di domenica 6 marzo. Il presidente del Consiglio sarà l’ospite principale del contenuto domenicale del Biscione, un programma che – secondo il tribunale di Monza – si occupa esclusivamente di infotainment. Una decisione che ha dato torto al presidente dell’ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, che aveva denunciato la conduttrice televisiva per esercizio abusivo della professione giornalistica.

Al netto delle polemiche e delle sentenze, non è la prima volta che il leader del Partito democratico si accomoda sulla poltrona offertagli da Barbara D’Urso. Il premier, del resto, non ha mai fatto mistero di preferire le trasmissioni popolari – populiste per i critici – ai convegni paludati. Amore corrisposto, a quanto pare, visto che ogni comparsata dell’ex rottamatore negli studi di Cologno è coinciso con ascolti monstre. La prima volta nel 2010, quando Renzi si presentò negli studi dell’allora Pomeriggio Cinque da sindaco di Firenze e ricordò il suo esordio sulle reti Mediaset nel 1994 da concorrente della Ruota della fortuna.

Il ritorno quattro anni dopo, a maggio 2014 (quindi a un anno dalla presenza in giubbotto di pelle ad Amici di Maria De Filippi), da presidente del consiglio. Era la vigilia delle elezioni europee, quelle che decretarono la vittoria schiacciante del Partito democratico, capace di arrivare al 41% dei voti nelle urne. Un risultato straordinario, ricordato dallo stesso Renzi a ottobre 2014, quando il presidente del Consiglio andò nuovamente da Barbara D’Urso. Quest’ultima fu la comparsata del selfie in studio ma soprattutto dell’annuncio: Renzi infatti comunicò il bonus di 80 euro anche alle neo mamme e il taglio dell’Irpef per le famiglie con bambini fino a 3 anni. Una sparata a cui assistettero 2 milioni e 351mila italiani, per uno share del 19,18%. Numeri che valgono l’ennesima ospitata.

Articolo Precedente

Il Pil è sbagliato ma i giornali non se ne accorgono

next
Articolo Successivo

Stampubblica, ecco l’operazione TO-RO: benvenuti nel giornalismo (omologato) postmoderno

next