Se l’azienda più grande del mondo ha raggiunto questa dimensione vendendo auto noiose e ne è anche consapevole, per i concorrenti si annunciano tempi duri. Nel settore automobilistico l’autocritica è merce rara e mai casuale, per questo la frase “Basta con le Toyota noiose”, pronunciata al Salone di Ginevra dal responsabile delle vendite e del marketing europeo Karl Schlicht, ha un valore da non trascurare.

Il manager tedesco l’ha pronunciata durante la presentazione della C-HR, una crossover di medie dimensioni che ha il compito di iniziare questa inversione di tendenza. E’ realizzata sulla stessa piattaforma modulare TNGA della Prius, che permette grande flessibilità sia nell’estetica che nella meccanica. E la C-HR ne è la dimostrazione più lampante, perché il suo design si discosta abbastanza dall’impostazione quasi “schizofrenica” dell’ibrida per eccellenza.

Ma, in ogni caso, la consapevolezza dei propri limiti è sempre il primo presupposto per migliorarli: “siamo consci di essere arrivati tardi, ma ora siamo anche sicuri di entrare nel mercato nel modo corretto”, ha detto il numero uno di Toyota Europa Johan van Zyl ad Automotive News Europe.

Il modo corretto, secondo Toyota, è ovviamente con un powertrain ibrido, guarda caso quello dell’ultima generazione di Prius, cioè un 1.8 a benzina unito a un motore elettrico che eroga 122 CV ed emette meno di 70 g/km di CO2, raggiungendo un’incredibile efficienza termica del 40%.

La C-HR, però, avrà anche un altro propulsore più tradizionale, cioè lo stesso 1.2 turbo benzina da 115 CV che già si trova sotto il cofano delle Auris. Quest’ultimo potrà anche avere la trazione integrale, che invece non è prevista per la motorizzazione ibrida. E il diesel? Non pervenuto, almeno per ora, anche perché andrebbe sviluppato ex-novo oppure chiesto a qualcun altro, come già fatto con BMW.

La C-HR, quindi, punta su altre caratteristiche, come il comfort sulle superfici sconnesse e il piacere di guida, due caratteristiche difficili da conciliare senza avere un baricentro basso (grazie alla nuova piattaforma) e sospensioni multi-link al posteriore, che nel segmento C sono merce sempre più rara.

Nutrito è immancabile è il reparto dei sistemi di assistenza alla guida, di cui la C-HR è dotata come se fosse un modello di segmento superiore. Sotto la definizione globale di Toyota Safety Sense ci sono la frenata automatica di emergenza che rileva anche i pedoni, il riconoscimento dei segnali stradali, l’avviso di superamento di corsia, gli abbaglianti automatici e il cruise control adattivo. Per scoprire se saranno tutti standard già sull’allestimento base bisognerà aspettare la fine dell’anno, quando dallo stabilimento turco di Sakarya inizieranno a uscire i primi modelli.

Articolo Precedente

Salone dell’automobile di Ginevra, la mobilità sostenibile esce dai laboratori di ricerca e va in passerella – FOTO

next
Articolo Successivo

Tesla, la Model 3 sarà presentata a fine mese ma non arriverà prima del 2017

next