Guido Bertolaso “sarà il sindaco di Roma”, perché è “come Rudolph Giuliani” e sarà lui il candidato del centrodestra perché è difficile credere “alle primarie”. Tutto questo lo dice Silvio Berlusconi che aggiunge che quando lui e l’ex capo della Protezione Civile vanno all’Aquila vengono “accolti come la Madonna e il Bambin Gesù”. E soprattutto con Salvini è “tutto a posto“. Ma diventa l’ennesima puntata della paradossale vicenda per la scelta del candidato sindaco del centrodestra a Roma. Perché negli stessi minuti Matteo Salvini – quello con cui è “tutto a posto” – ha ribadito quello che dice da giorni: Bertolaso non è il candidato della Lega Nord e di Noi con Salvini. Le liste collegate a Salvini, insomma, “non hanno alcun candidato fino a quando non si esprimeranno i romani ai gazebo del 19 e del 20 marzo: se sceglieranno Bertolaso bene, sennò seguiremo altre vie. Bertolaso non è il mio candidato a meno che non me lo impongano i cittadini ai gazebo”. E questo è scritto nero su bianco in un comunicato. Siccome è “tutto a posto”, allora, Berlusconi ha spiegato che le due cose si tengono insieme così: “Ai gazebo ci sarà solo il nome di Bertolaso e sarà un passaggio popolare, un momento in cui spiegheremo quale sarà il programma. Non ci saranno altri nomi: Bertolaso sarà sceltissimo dai romani. Di questo ho parlato in maniera molto chiara con Salvini”. 

Non si capisce, al momento, se davvero è come dice Berlusconi (e allora Salvini ne uscirebbe un po’ malconcio e la sua battaglia un po’ ridicolizzata) o se è la premessa di una rottura autentica tra Forza Italia e Fratelli d’Italia da una parte e Carroccio e Noi con Salvini dall’altra. Il capitolo precedente, d’altronde, erano state le mini-primarie, una specie di test che il leader della Lega aveva organizzato un paio di domeniche fa, dal quale era uscito vincitore Alfio Marchini, che tra gli elettori che si erano presentati ai banchetti (in una giornata di pioggia) aveva ottenuto il doppio delle preferenze rispetto a Bertolaso, il candidato “semi ufficiale” del centrodestra.

Le consultazioni ai gazebo, nelle intenzioni dell’ex Cavaliere, serviranno a chiedere “un parere ai cittadini su Bertolaso” e a individuare i maggiori problemi che, per i romani, il futuro sindaco dovrà affrontare. Dietro le scintille, di fatto, c’è una bozza di accordo e il nome sul quale il centrodestra potrebbe, da qui alla domenica delle Palme, ritrovare serenità almeno a Roma è proprio quello di Bertolaso. “In questo modo noi dimostriamo che ci siamo e tutto il centrodestra unito sostiene il miglior candidato possibile, Bertolaso”, spiega Berlusconi assicurando che ai gazebo lui ci sarà. Resta da vedere se e quanto la possibile convergenza su Bertolaso produrrà malumori interni alla coalizione, a partire dalla componente leghista (già in serata qualcuno ha chiesto a Salvini di rompere). A Salvini non sono ancora andate giù le uscite dell’ex capo della Protezione civile sui rom definiti “vessati”, sulle attestazioni di stima per Rutelli, sul “fantavoto” per il Pd e per il Giachetti (“Se non fossi candidato sceglierei…”).

Ma nel venerdì che precede il weekend delle primarie del Pd sembrano allontanarsi in maniera netta le altre possibili candidature del centrodestra anche se il rafforzarsi di quella di Bertolaso non porta ad una ricucitura con La Destra di Francesco Storace. Eppure, sulle potenzialità del suo ex sottosegretario Berlusconi si dice sicuro: “Sarà come Rudolph Giuliani a New York, per dire stop al degrado”. Per il resto il capo del governo ribadisce “la democrazia sospesa” che, a suo parere, oggi adombrerebbe l’Italia e la convinzione di vincere la battaglia con Renzi al referendum sulle riforme. Da lì in poi, per Berlusconi, le urne saranno vicine. “Queste amministrative devono servire per prepararci alle elezioni generali che ci saranno tra un anno e le vinceremo“.

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