“Vedendo il mio deposito in fiamme, ho pensato alla forza della ‘ndrangheta e alla debolezza dello Stato, alla tempestività della malavita e ai ritardi delle istituzioni”. È il commento del testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio, vittima la scorsa notte dell’ennesima intimidazione a Reggio Calabria. “Appena mi riprendo – ha aggiunto – sarò più forte di prima e griderò ancora i miei diritti”. Ieri pomeriggio l’imprenditore, che ha denunciato, fatto arrestare e condannare i boss del suo quartiere, è stato convocato in Prefettura dove si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Al termine dell’incontro, il prefetto Claudio Sammartino ha disposto che il nuovo esercizio commerciale di Bentivoglio, la cui inaugurazione è prevista nelle prossime settimane in un bene confiscato alle cosche, sarà sorvegliato dall’esercito. Intanto, ieri sera, centinaia di cittadini hanno partecipato al sit-in, organizzato da Libera, davanti al deposito incendiato. Un gesto per esprimere solidarietà a Tiberio Bentivoglio ma anche per dare un contributo per l’apertura della nuova sanitaria Sant’Elia. “Siamo qui perché ci siamo rotti le palle di subire gli attentati di questi vigliacchi che – ha affermato il sindaco Giuseppe Falcomatà – agiscono di notte per seminare terrore. Siamo qui per dire che Reggio è questa e sta con Tiberio Bentivoglio”

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Reggio Calabria, incendiato magazzino di un testimone di giustizia. Libera: “Sua la vera antimafia”

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Camorra, 6 arresti a Rimini: tra le accuse estorsione e usura. I clan riciclavano il denaro delle aziende sulla Riviera

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