“L’ufficio affissioni e pubblicità di Catania premia gli abusivi”, “non rispetta la magistratura”, “800 impianti illegali che espongono pubblicità”, sono solo alcuni degli slogan apparsi a caratteri cubitali su diversi cartelloni pubblicitari in giro per il capoluogo etneo. A lanciare la provocazione è stata la Job Creation, azienda catanese del settore, contro l’amministrazione comunale che a suo giudizio non fa rispettare le norme sull’assegnazione degli spazi pubblicitari e sulla cartellonistica abusiva.
“A Catania l’unica azienda che rispetta la legge, il regolamento amministrativo e il Piano generale degli impianti pubblicitari (Pgi) vigente è la Job, tutte le altre società sono senza autorizzazioni e operano nel totale abusivismo”, spiega Angelo Caruso amministratore JC.

A maggio scorso, il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana (Cga), in seguito al ricorso presentato dalla Job, ha invalidato quattro provvedimenti emessi tra il 2012 e il 2013 dall’ex giunta azzurra di Raffaele Stancanelli in cui venivano ‘sanati’ e ‘rinnovati’ alcuni impianti pubblicitari delle aziende Start Affissioni Srl e Alessi Spa. Nella sentenza però, i giudici redarguiscono anche la nuova amministrazione guidata da Enzo Bianco, che per fronteggiare il dilagare dell’abusivismo e i numerosi contenziosi sorti tra le aziende e il Comune, ha stipulato un ‘protocollo’ insieme alle ditte in attesa della stesura del nuovo Pgi, l’ultimo risalente al ‘97. Secondo i giudici, il Comune non può “rimettere il contenuto dei propri provvedimenti a una sorta di negoziazione tra e con gli operatori del settore”, e “neppure potrebbe considerarsi legittima la concertazione con gli operatori già presenti nel mercato di riferimento”. Questo perché, emerge nella sentenza, “si risolverebbe in una modalità di illegittima esclusione dal mercato catanese delle affissioni di nuovi operatori”.

“Il protocollo non ha dato nessuna licenza o autorizzazione, la negoziazione era volta a eliminare la cartellonistica non in regola, – spiega a Il Fatto Quotidiano.it l’assessore al bilancio di Catania Giuseppe Girlando – Le aziende ci hanno messo i mezzi e noi in due mesi e mezzo abbiamo eliminato 250 impianti abusivi senza spendere un euro”. Con il protocollo il Comune si è impegnato a rinunciare a diverse sanzioni retroattive, secondo stime circa 600mila euro nei confronti di 1500 spazi pubblicitari abusivi, mentre in cambio le aziende firmatarie hanno offerto gratuitamente dieci ‘tablet’ e un servizio di geolocalizzazione degli impianti.

“L’ammontare delle multe è di circa 21mila euro, non 600 mila euro come erroneamente riportato – puntualizza l’assessore Girlando – mentre il servizio di vigilanza è al momento sospeso ma ripartirà presto”.

“A Catania sono vent’anni che c’è un ‘cartello’ che controlla il 90% del settore. La Damir, la Start-Alessi e la Simeto Docks fanno il bello e cattivo tempo, mettendo pressioni sui piccoli concorrenti e sudditanza sull’amministrazione comunale”, spiega Angelo Caruso della JC. L’azienda che aderisce al Tavolo delle Imprese, dispone dal ‘99 di una concessione per 65 impianti pubblicitari, un numero esiguo in rapporto agli oltre 4mila spazi su suolo pubblico dislocati nel territorio etneo. “Dal ’99 a oggi abbiamo subito 19 ricorsi – commenta Maurizio Giuffrida amministratore JC – abbiamo rispettato la legge ma c’è stato impedito di lavorare, perdendo circa 1 milioni di euro di fatturato in tre anni e licenziando dipendenti. Siamo al collasso e rischiamo di chiudere”.

A seguito di un esposto presentato in Procura, dopo il Tar e il Cga, anche la magistratura etnea desidera accertare se sono presenti anomalie o violazioni delle normative del settore pubblicitario catanese. A fine gennaio anche il M5S, con la senatrice Nunzia Catalfo, ha chiesto all’amministrazione che venga approvato il ‘regolamento di pubblicità ed affissioni’, in quanto “ulteriori ritardi potrebbero essere sottoposti al vaglio della Corte dei Conti, al fine di valutare l’eventuale danno erariale per i mancati incassi di alcuni milioni di euro”.

“La situazione a Catania è complessa e bloccata da 20 anni. Sono state concesse autorizzazioni ad personam rinnovate nel tempo, con un Pgi mai adeguato e ritenuto non efficace da numerose sentenze del Tar e Cga”, spiega l’assessore Girlando il quale sottolinea: “Il nuovo regolamento e il nuovo Pgi, che saranno adottati a febbraio dal Comune, faranno decadere tutte le autorizzazioni precedentemente concesse, e per emetterne nuove saranno espletate le gare. In questo modo si ripartirà da zero, chi offre di più vince”.

La Damir e la Start-Alessi appartengono agli imprenditori Dario Mirri e Gaspare Alessi, balzati all’onore della cronaca per l’inchiesta ‘Grandi eventi della Regione siciliana’. Nel gennaio 2015 la Procura di Palermo li ha rinviati a giudizio. Secondo l’accusa avrebbero elargito somme in denaro al manager regionale Fausto Giacchetto, in cambio di favoritismi nell’aggiudicazione di gare d’appalto per la concessione pubblicitaria. La Simeto fa parte della galassia dell’editore etneo Mario Ciancio Sanfilippo, considerato uno degli uomini più influenti della Sicilia. Lo scorso dicembre, dopo diversi anni d‘indagine, il gup Bernabò Distefano del Tribunale di Catania ha prosciolto l’editore dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato”.

Articolo Precedente

Giulio Regeni, pm di Roma: ucciso da professionisti della tortura per motivi legati al suo lavoro di ricerca

next
Articolo Successivo

Papa Francesco agli imprenditori di Confindustria: “No a sete di guadagno, favoritismi e disonestà”

next