I ragazzi italiani scelgono i licei, snobbano i professionali e non fanno fare nessun salto ai tecnici. Ieri si è chiuso il termine per scegliere la scuola dopo la secondaria di primo grado. Quasi tutte le famiglie, sette su dieci, sono riuscite a compilare online la domanda risparmiando tempo.

Ancora una volta a conquistare il primo posto nella classifica delle preferenze sono i licei: li ha scelti il 53,1% degli studenti, l’1,2% in più rispetto allo scorso anno. A fare la parte del leone è soprattutto lo scientifico, scelto dal 24,5% dei neo iscritti, per un totale di oltre 110.000 ragazzi.

Tra i diversi indirizzi di questa scuola i ragazzi prediligono quello tradizionale (15,5%) ma bisogna sottolineare il balzo in avanti dell’opzione “scienze applicate” che passa dal 6% dell’anno scolastico precedente al 7,6% di quest’anno. Non sembra riscuotere successo, invece, l’indirizzo sportivo scelto solo dall’1,4% dei tredicenni. Sotto il tetto dei “licei” restano sostanzialmente invariate le preferenze al classico (6,1%), al linguistico (9,2%), all’artistico (4,1%), a quello delle scienze umane (7,6%) così ai licei musicali che sembrano non prendere piede (0,9%) in Italia.

A optare per i licei sono soprattutto i giovani che vivono nel Lazio (64,9%). Seguono l’Umbria, la Liguria e l’Abruzzo. Il Veneto chiude la classifica dei licei ma apre quella dei tecnici con il 37,5% dei ragazzi che individuano in queste scuole il loro futuro. E’ il Nord a trainare questi istituti: al secondo posto si piazza il Friuli Venezia Giulia e al terzo la Lombardia. In quest’ultima regione, la provincia di Sondrio presenta persino la più alta percentuale di iscritti ai tecnici rispetto ai licei e nella provincia di Lodi la differenza tra le due scuole si azzera.

Restano comunque inutili gli appelli nei confronti dei tecnici fatti dal mondo delle imprese e persino dall’ex presidente del Consiglio Romano Prodi che in una recente intervista al Sole24Ore spiegava: “Il nostro Paese ha bisogno di un forte rilancio dell’istruzione tecnica. O noi rendiamo chiaro che l’istruzione tecnica applicata è la condizione della sopravvivenza della struttura produttiva italiana o la nostra industria è destinata a scomparire”.

Nonostante l’equazione tecnico uguale occupazione sicura – secondo AlmaDiploma a un anno dal titolo il 44% dei ragazzi che hanno preso un diploma tecnico lavora – a scegliere queste scuole sono ancora pochi: erano il 30,5% dei ragazzi lo scorso anno, sono il 30,4% nel 2016/2017. L’unico settore che registra in questo campo un incremento è il tecnologico che attrae i giovani.

Brutte notizie, invece, per i professionali. Sono sempre meno i ragazzi che scelgono questo percorso: il 16,5%. In particolare a calare è il corso dei “Servizi” che ottiene il 10,5% contro il 10,9% dell’anno precedente. A scegliere i professionali sono i ragazzi della Basilicata (20,1%) seguiti da quelli della Campania (19,1%) e della Puglia (18,4%).

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