“Io impresentabile? Fandonie del Pd, a Ostia siamo stati un baluardo della legalità, nell’azione amministrazione non si guarda in faccia a nessuno, ma non abbiamo avuto nessun problema con Libera”. Si difende così Paolo Ferrara, candidato sindaco dei 5 Stelle a Roma, che è finito sotto attacco dal Pd, in particolare da Matteo Orfini e Stefano Esposito. I candidati pentastellati a primi cittadini della Capitale sono diventati cinque dopo l’annunciato ritiro dalla corsa per il Campidoglio di Alessandra Bernabei, studentessa di ingegneria: “Pressioni? Concorro ancora per diventare consigliera, ma ho preferito lasciare il campo agli altri, hanno più esperienza amministrativa”, replica alle indiscrezioni giornalistiche di un dietrofront voluto dallo staff per incapacità a sostenere un confronto televisivo in vista della partecipazione dei candidati alla trasmissione Porta a Porta. “Vogliamo vincere, hanno paura di noi, ci ostacoleranno in ogni modo, ma siamo gli unici a voler governare la città per l’interesse dei romani”, sostiene Ferrara. “Il Pd pensasse alle sue di primarie da dove sono stati partoriti nomi come Ozzimo e Coratti arrestati per Mafia Capitale”, attacca Marcello De Vito. “Noi saremo autonomi, gli unici che ci governeranno saranno i romani, io da consigliere in due anni ho avuto totale autonomia di azione” risponde così Enrico Stefano alle domande sul ruolo dello staff in caso di vittoria a Roma  di Irene Buscemi

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M5S Roma, vox tra attivisti: “Chiunque vinca sarà un successo. Noi inesperti? E chi ci ha governato?”

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