Dopo 26 anni padre Federico Lombardi lascia la direzione di Radio Vaticana. Il gesuita, che rimane ancora alla guida della sala stampa della Santa Sede, nel 1990 era diventato prima direttore dei programmi della Radio del Papa e successivamente ne era diventato direttore generale. Nessun successore, almeno per il momento, ma soltanto la nomina, a partire dal 1° marzo prossimo, di Giacomo Ghisani, attuale vicedirettore generale della Segreteria per la comunicazione, come legale rappresentante nonché responsabile della direzione amministrativa della Radio Vaticana per curare “l’ordinaria amministrazione nel contesto dell’attuale ristrutturazione dei media vaticani”. Insieme con Lombardi lascia anche il direttore amministrativo Alberto Gasbarri, che però a differenza del gesuita va in pensione anche dal ruolo di organizzatore dei viaggi papali.

Oltre un quarto di secolo al timone di uno dei media principali del Vaticano con tre Pontefice completamenti diversi tra loro: dal globetrotter san Giovanni Paolo II, prima ancora giovane e in forze e poi piegato dall’avanzare inesorabile della malattia; poi il mite Benedetto XVI travolto dagli scandali della pedofilia e di Vatileaks 1 con le sue carte riservate trafugate e passate ai giornalisti dal suo ex maggiordomo Paolo Gabriele; e infine Francesco che in tre anni di pontificato ha rivoluzionato la Curia romana e il rapporto della Chiesa cattolica con il mondo.

Oltre alla guida di Radio Vaticana, tradizionalmente in mano ai gesuiti, padre Lombardi dal 2001 al 2013 ha diretto anche il Centro televisivo vaticano, una vera e propria agenzia tv che assicura la ripresa, la distribuzione a terzi, la diffusione con collegamenti anche satellitari, la registrazione audiovisiva delle attività del Papa e dei vari dicasteri della Santa Sede. La fine dell’era di Lombardi e Gasbarri alla Radio Vaticana è dettata dall’accorpamento di tutte le realtà che Oltretevere si occupano di comunicazione. Un processo già avviato a partire dal 1° gennaio 2016 con il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali e la Sala Stampa della Santa Sede che sono già state accorpate sia dal punto di vista amministrativo sia del management. “Nulla – specifica il prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Dario Edoardo Viganò – viene modificato circa la competenza della Segreteria di Stato per quanto attiene alla comunicazione istituzionale”.

Il processo di riforma dei media vaticani prevede ora l’accorpamento della Radio Vaticana e del Centro televisivo vaticano, unificazione in parte già avviata nella pratica per alcuni servizi e per il migliore impiego di alcune risorse umane. “Il processo di ristrutturazione – precisa ancora monsignor Viganò – si accompagna a quello della formulazione di nuovi statuti non solo della Segreteria per la comunicazione, ma anche del previsto ente collegato che garantirà la rappresentanza legale sia nelle sedi istituzionali che in quelle europee e internazionali. Oltre ai nuovi statuti si provvederà anche alla riformulazione delle tabelle organiche della nuova realtà unificata”.

Non è casuale che l’annuncio del cambio di guardia a Radio Vaticana sia avvenuto nel giorno in cui il Papa ha celebrato il Giubileo della Curia romana. Bergoglio, che è entrato nella Basilica Vaticana attraverso la porta santa insieme con i dipendenti della Santa Sede, ha auspicato che la Curia possa “diventare un ‘modello’ per tutti”. “Che anche nei nostri ambienti di lavoro – ha affermato Francesco – possiamo sentire, coltivare e praticare un forte senso pastorale, anzitutto verso le persone che incontriamo tutti i giorni. Che nessuno si senta trascurato o maltrattato, ma ognuno possa sperimentare, prima di tutto qui, la cura premurosa del buon pastore”.

Twitter: @FrancescoGrana

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