I politici possono essere perdonati quando distorcono il significato delle loro azioni passate. I governi possono anche loro essere scusati se utilizzano qualsivoglia narrazione che essi ritengono utile per se stessi. Ma il giornalismo si presume che debba rimanere esterno all’élite del potere e alla sua mendacità intrinseca. In questa crisi esso ha miseramente fallito.

Si dice che gli americani siano ignoranti del mondo. Noi lo siamo, ma lo sono altrettanto i popoli di altri paesi. Se il popolo di Bolivia, o del Bhutan non comprende la Siria, tuttavia, ciò non ha alcun effetto reale. La nostra ignoranza, invece, è più pericolosa, poiché noi abbiamo influenza su ciò che accade.

Gli Stati Uniti hanno il potere di decretare la morte di intere nazioni. Essi possono farlo con il consenso popolare perché molti americani — e molti giornalisti — si accontentano della storia che viene offerta dalle fonti ufficiali. In Siria questa versione è: “Combatti Assad, la Russia, l’Iran! Unisciti ai nostri amici turchi, sauditi, kurdi nell’aiuto alla pace!”.

Tutto ciò è stupefacentemente distante dalla realtà. Ed è anche molto probabile che prolunghi la guerra e condanni molti siriani alla sofferenza e alla morte.

L’autore di queste righe, apparse sul Boston Globe, è Stephen Kinzer, senior fellow dell’Istituto Watson per gli Studi Internazionali alla Brown University. E’ lui che ha coniato il termine di “giornalismo stenografato”. Che è l’equivalente della fine del giornalismo. Perlomeno la fine del giornalismo decente e la sua trasformazione in propaganda. I popoli, resi ignari, assentono, per mancanza di alternative.

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