Ha ucciso la madre e la sorella, le ha fatte a pezzi e le ha gettate nell’Adige dopo aver chiuso i corpi martoriati in sacchetti di plastica. Ha confessato durante la notte, Andrei Filip, il romeno colpevole dell’omicidio, interrogato a lungo dai carabinieri di Verona. Mirela Balan, badante romena, e Larisa Elena la figlia di 12 anni, erano scomparse una settimana fa e le tracce seguite dagli investigatori portavano dritte sulle rive dell’Adige. Agli investigatori ora non resta che riprendere le ricerche, interrotte venerdì, e recuperare i resti delle due donne ad Albaredo D’Adige. A scandagliare il letto del fiume i sommozzatori dei carabinieri di Genova.

Le attenzioni degli inquirenti si erano da subito concentrate su Andrei, tornato in Romania quasi in coincidenza con la scomparsa delle due donne: fatto rientrare in Italia, l’uomo è crollato durante l’interrogatorio. Secondo la ricostruzione fornita dall’assassino tutto avrebbe avuto inizio dopo l’ennesima lite con la madre, che lo avrebbe voluto allontanare da casa. Andrei avrebbe così aggredito e ucciso Mirela sotto gli occhi della piccola sorella divenuta a sua volta scomoda testimone. I corpi sarebbero poi stati straziati con un coltello, rinchiusi in sacchi e gettati nell’acqua del fiume confidando che la corrente li portasse lontano. Prima della scomparsa la donna aveva pubblicato su Facebook alcuni messaggi, tra cui l’ultimo, sabato scorso: “Quelli che dovrebbero starti vicino, sono quelli che ti feriscono di più”.

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