I vertici della Lega Nord scaricano Fabio Rizzi, l’autore della riforma della sanità in Lombardia arrestato nell’ambito di un’indagine su un presunto giro di mazzette e di turbative di appalti pubblici. “Sono molto incazzato per quello che è successo, fermo restando la presunzione di innocenza e la fiducia nella magistratura – sibila il governatore Roberto Maroni in consiglio – fermo restando che stiamo leggendo gli atti e verificando nel dettaglio le imputazioni. Il mio primo sentimento è di stupore e di grande delusione se le accuse fossero confermate”. In ogni caso “ci costituiremo immediatamente in giudizio, al lavoro per garantire applicazione delle regole e le procedure di trasparenza che ci sono – ha proseguito Maroni, annunciando un ”comitato ispettivo” sul caso – non vogliamo coprire nessuno, non abbiamo nessuno da difendere, chiunque abbia sbagliato mi risponderà”.

“Esco ora dal Parlamento europeo e leggo degli arresti in Lombardia. Prima riflessione: chi sbaglia davvero, non merita la Lega – scrive su Twitter Matteo Salvini, segretario del Carroccio – seconda riflessione: spero che le accuse si rivelino una bufala. Terza riflessione: spero che alcuni magistrati non siano in campagna elettorale, è accaduto già troppe volte. Quarta riflessione: sono sicuro che l’eventuale errore di pochi non danneggi il lavoro delle miglaia di persone che ogni giorno mandano avanti benissimo gli ospedali in Lombardia. Quinta riflessione: sono orgoglioso di essere il segretario della Lega”.

Anche Salvini scarica Rizzi, dunque. Rizzi che non è suo “fratello”, a differenza di Edoardo Rixi, vice del segretario leghista, e assessore regionale allo Sviluppo Economico in Liguria rinviato a giudizio il 2 febbraio. “Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana”, attaccava il 14 febbraio dal palco del congresso piemontese del Carroccio. Dichiarazioni che gli sono valse l’apertura di un fascicolo da parte della procura di Torino: i pm vogliono verificare la sussistenza del reato di vilipendio dell’ordine giudiziario.

Anche il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, assicura che “se qualcuno ha veramente sbagliato allora deve pagare”, ma sulla giunta presieduta da Roberto Maroni cade una pioggia di strali. “Sul piano umano non è una notizia di cui dobbiamo rallegrarci. Sul piano istituzionale è un altro duro colpo alla credibilità di questo Consiglio regionale”, ha detto il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, esponente del Nuovo Centrodestra, annunciando a inizio lavori della seduta l’arresto di Rizzi.

Allarga il raggio della critica Umberto Ambrosoli: “E’ da anni che diciamo che la sanità lombarda va messa in sicurezza rispetto alle aggressioni del malaffare e di una pratica corruttiva sempre estesa – sottolinea il consigliere regionale del Patto Civico – che sia oggi coinvolto proprio il presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia – prosegue – è un fatto di gravità forse maggiore anche rispetto agli episodi degli ultimi tre anni. Fabio Rizzi ha avuto infatti per mesi e mesi il ruolo di coordinatore di quella riforma infinita, il famoso ‘libro bianco’ di Maroni, che non riusciva mai ad arrivare a compimento per i continui mercanteggiamenti interni alla maggioranza”.

Il Movimento 5 Stelle va oltre e punta il dito contro Roberto Maroni: “Aspettiamo il governatore in aula perché chiarisca la situazione – attacca Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia – non deve venire a difendere la sua poltrona o a ribadire il garantismo costituzionalmente sancito, il problema politico è enorme: venga ad annunciare che si dimette per il bene dei lombardi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Partito Democratico: “Bisogna rescindere fortemente il rapporto fra la politica e la sanità. Maroni deve prendere atto che non è riuscito a garantire discontinuità con il passato e l’unico modo per farlo a questo punto è di andare alle elezioni”, afferma Alessandro Alfieri, segretario lombardo dl Pd. “Mantovani, che era il vicepresidente con delega alla Sanità, è stato arrestato – ha elencato Alfieri – per Garavaglia, che è il braccio destro di Maroni, è stato chiesto il rinvio a giudizio. Ora anche Rizzi, che è il padre della riforma sanitaria, è stato arrestato. Qualche problema c’è. Noi avevamo presentato una mozione di sfiducia. Maroni ha sempre negato che ci sia un problema sanità, la realtà lo smentisce”.

Utilizza l’ironia Gay Center, in polemica con la Regione per la decisione di quest’ultima di illuminare il Pirellone settimane fa con la scritta ‘Family Day‘ in occasione della manifestazione contro le unioni civili: “La Lega dei 5.000 emendamenti sulle unioni civili tiene famiglia. Quella di Rizzi e della moglie arrestati a Milano. Chissà ora se Maroni accenderà il Pirellone con la scritta ‘Arrestato Rizzi‘”, commenta il portavoce Fabrizio Marrazzo. “C’è a destra chi fa battaglie ideologiche sulla famiglia, anche oggi in Senato sulle unioni civili, e poi si ritrova con suoi esponenti di punta coinvolti in fatti di malaffare. Maroni e C. la smettano di fare i moralisti. Non è proprio il caso”, conclude Marrazzo.

Ora la seduta della commissione sanità prevista per mercoledì potrebbe essere sconvocata. Lo ha detto conversando con i giornalisti al Pirellone Angelo Capelli, capogruppo Ncd e vicepresidente della commissione stessa.

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