Un cumulo di macerie. E’ ciò che rimane di un ospedale nel nord della Siria gestito da Medici senza Frontiere e centrato da missili, sparati dai caccia russi o da quelli governativi siriani. Quel che Msf definisce “un attacco deliberato” è solo uno dei diversi raid compiuti oggi contro ospedali e scuole dall’alleanza aerea russo-siriana nelle regioni di Aleppo e Idlib. Secondo le Nazioni Unite sono stati 5 i nosocomi e due le scuole distrutte dai bombardamenti aerei nella sola giornata di oggi. L’Onu parla di circa 50 persone sono morte negli attacchi ad Azaz (Aleppo) e Marrat Numan (Idlib), mentre bilanci approssimativi basati su fonti locali avevano riferito in precedenza dell’uccisione di circa 30 persone, tra cui donne e bambini. Mentre le potenze mondiali e regionali impegnate nell’area si affrontano in uno scambio incrociato di accuse.

Raid su ospedale di Msf: “15 morti a Idlib” – A Marrat an Numaan almeno sette persone sono morte e altre otto sono considerate disperse, seppellite sotto le macerie o polverizzate dalle esplosioni. “L’ospedale di Marrat è stato centrato da quattro missili sparati nell’arco di pochi minuti”, afferma Msf. “Questo ci induce a pensare che si sia trattato di un attacco deliberato“. L’organizzazione medica non è in grado di precisare quale aviazione abbia sparato, ma l’area di operazioni è quella in cui operano da mesi i russi e da anni i caccia governativi siriani. “O il governo (siriano) o la Russia sono chiaramente responsabili”, affermano da Msf.

E’ stato l’ufficio stampa di Msf a raccontare i particolari dell’attacco: “L’ospedale è stato colpito quattro volte in due serie di almeno due attacchi a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro”, ha fatto sapere, sottolineando che “sembra essere un attacco deliberato contro la struttura sanitaria”. “Condanniamo con la maggior forza possibile quanto accaduto” ha detto Massimiliano Rebaudengo, capo missione di MSF. “La distruzione di questo ospedale lascia una popolazione di circa 40mila persone senza accesso ai servizi sanitari in una zona in pieno conflitto”. La struttura da 30 posti letto contava uno staff di 54 persone, due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso. Msf sta supportando l’ospedale da settembre 2015 e ne ha coperto tutti i bisogni comprese le forniture mediche e i costi di gestione. L’attacco è avvenuto a poche ore di distanza dalle parole del ministro degli Esteri del Cremlino Sergei Lavrov, che ha confermato come la Russia continuerà a bombardare la zona circostante Aleppo anche se si dovesse arrivare ad un accordo sul cessate il fuoco in Siria.

Cinque missili contro ospedale ad Azaz. Davutoglu: “Missile russo” – Nelle stesse ore, un raid aereo prendeva di mira due cliniche pediatrica e ginecologica ad Azaz, località a pochi chilometri da Aleppo e dal confine turco, dove infuria la battaglia da giorni tra forze governative siriane e insorti. Colpite altre due scuole usate per ospitare sfollati. Per il regime di Damasco e i suoi alleati russo e iraniano si tratta di combattere contro “terroristi”. Azaz è l’ultima roccaforte dei ribelli prima del confine turco e decine di migliaia di persone sono fuggite dalla città per i pesanti scontri tra le milizie e l’esercito di Damasco. La stessa zona, del resto, è al centro di una contesa tra Turchia e milizie curdo-siriane.

Sono solo gli ultimi sanguinosi bombardamenti di una lunga lista di raid in Siria, Yemen e Afganistan contro cliniche di Msf. Caccia Usa avevano centrato un ospedale in Afghanistan lo scorso ottobre, a Kunduz, mentre più di recente attacchi della coalizione a guida saudita avevano centrato un clinica in Yemen. Dall’inizio dell’anno sono stati finora 15 gli attacchi in territorio siriano contro ospedali e cliniche mediche. Mentre, dall’inizio del conflitto nel 2011, Amnesty International stima siano 336 i centri medici attaccati. L’ong, citando di dati dell’organizzazione Physicians for Human Rights, stima siano stati uccisi 697 tra medici e volontari. Lo scorso anno sono stati ben 112 i bombardamenti su strutture ospedaliere. Dati che hanno spinto gli esperti a parlare di “una distruzione sistematica” da parte di Mosca e Damasco del sistema sanitario delle zone fuori dal controllo dal regime siriano.

Davutoglu: “Missili balistici russi su Azaz” – Tra le potenze impegnate nell’area parte una raffica di accuse incrociate. Ankara punta il dito contro il Cremlino. “La Russia ha colpito un ospedale e una scuola ad Azaz con un missile balistico lanciato probabilmente dal mar Caspio”, ha detto a Kiev Ahmet Davutoglu. “Ankara non permetterà la caduta di Azaz nelle mani dell’Ypg (milizie curdo-siriane, ndr)”, ha detto ancora il premier turco, che ha spiegato come “elementi dell’Ypg sono stati allontanati dall’area intorno ad Azaz”. Poi l’avvertimento: “Se si avvicineranno di nuovo affronteranno la più dura reazione della Turchia”.  “Il regime siriano, la Russia che lo sostiene e organizzazioni terroristiche, in particolare l’Ypg, stanno commettendo molti crimini contro l’umanità oggi in Siria – ha detto ancora Davutoglu – stanno violando apertamente il diritto internazionale per guadagnare terreno prima di una soluzione” della crisi siriana.

Mosca: “Solo propaganda” – Immediata la risposta del Cremlino: “Si tratta di un nuovo capitolo dell’esercizio di propaganda in corso”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, secondo la quale nelle notizie diffuse dai media “non ci sono informazioni specifiche che possono essere presentate come prove” ma solo “accuse”.

Damasco: “Raid contro Msf opera di caccia Usa” – Nell’incrocio pericoloso delle accuse reciproche finiscono anche gli Usa. L’ambasciatore siriano in Russia, Riyad Haddad, ha dichiarato che sono stati caccia statunitensi a colpire la clinica di Msf nella provincia di Idlib, e non “le forze aeree russe” che “non hanno nulla a che fare con questo”.  Washington smentisce: i raid odierni dei caccia Usa in Siria sono stati condotti su Raqqa e Hasakah, non nell’area degli ospedali colpiti, tuona il portavoce delle operazioni americane contro l’Isis, il colonnello Steve Warren. E il dipartimento di Stato, condannando i raid, accusa Mosca: gli attacchi “mettono in dubbio la volontà e la capacità della Russia di aiutare a fermare la brutalità del regime di Assad contro la sua stessa gente”, è stato l’affondo del portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby.

Davutoglu, inoltre, ha aggiunto che se l’Ypg non si ritira verrà resa “inutilizzabile” la base aerea di Menagh, sottratta nei giorni scorsi dalle milizie curde di Jaish al Thuwar all’opposizione siriana sostenuta da Ankara. Secondo il premier turco, inoltre, i bombardamenti avviati sabato dall’artiglieria di Ankara hanno impedito la conquista curda di Azaz e della città di Tal Rifaat, nella provincia di Aleppo. I combattenti curdi in Siria hanno finora sostenuto che non intendono ritirarsi dalle zone recentemente conquistate nel nord del Paese. Ankara teme la creazione di una enclave curda proprio nel nord della Siria, dove già un’ampia porzione di territorio è sotto il controllo del Pyd, la maggiore forza curda nel Paese.

Ankara: “Tre giorni di bombardamenti contro curdi” – A confermare la strategia di Ankara le parole del ministro degli Esteri Tanju Bilgic, che ha annunciato come per il terzo giorno consecutivo l’artiglieria turca stia bombardando postazioni curde nel nord della Siria: “Come effetto del fuoco di artiglieria e degli attacchi dalla Siria verso il nostro Paese a partire da sabato, abbiamo agito secondo le nostre regole d’ingaggio. Sabato, domenica e oggi, abbiamo risposto nell’ambito delle nostre regole d’ingaggio” alle milizie curdo-siriane dell’Ypg. “Oggi una risposta è stata data a un attacco contro un posto di confine nella regione di Hatay“, ha precisato il portavoce del ministero degli Esteri, aggiungendo che Ankara è “scioccata” dalle parole del portavoce del Dipartimento di Stato Usa, John Kirby, che aveva invitato la Turchia e i curdi-siriani del Pyd a concentrare le forze contro la “minaccia comune” dell’Isis, anziché scontrarsi tra loro.

Ankara considera il Pyd e il suo braccio armato Ypg come “terroristi” legati al Pkk, mentre Washington si è rifiutata di definirli come tali. La Turchia, ha detto Bilgic, non chiederà il permesso per agire contro “alcuna organizzazione terroristica“. Al contemplo, Davutoglu ha fornito una versione totalmente diversa sulle responsabilità dell’attacco missilistico all’ospedale di Azaz. Per il numero uno del governo di Ankara è stato un missile balistico russo a colpire la clinica. A sentire Davutoglu, Mosca e le milizie curde Ypg hanno chiuso il confine umanitario a nord di Aleppo e l’obiettivo di Mosca è quello di abbandonare la comunità internazionale con solo due opzioni: o il presidente Bashar Assad o lo Stato islamico.

Usa: “Nostri caccia in Finlandia per esercitazioni al confine russo – Gli Usa invieranno 6 caccia F-15 in Finlandia la prossima primavera, per un’esercitazione che si svolgerà a poco più di 160 chilometri dal confine con la Russia. Lo riferiscono fonti militari statunitensi.

Merkel: “Sì a no fly zone nel nord della Siria” – Angela Merkel si dichiara a favore di una no fly zone in Siria. “Nella situazione attuale sarebbe utile avere lì un’area nella quale nessuna delle parti in guerra possa condurre attacchi in volo, una sorta di no fly zone”, ha detto la cancelliera in un’intervista alla Stuttgarter Zeitung di martedì, di cui sono stati forniti in anticipo alcuni stralci. “Sarebbe utile se si riuscisse a concludere un tale accordo fra la coalizione anti-Assad e quella dei suoi sostenitori”, ha aggiunto Merkel, per la quale la situazione in Siria è “infinitamente complicata”, anche “a causa delle forze militari russe”.

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