Ieri sera abbiamo acchiappato Sanremo per la coda, da Elton John in poi, e stamane di buon’ora a casa stavano a vedersi su You Tube la vera Virginia Raffaele che pareva la vera Sabrina Ferilli molto più di quanto il rubizzo Garko, ficcato nel ruolo di uomo oggetto, paresse se stesso. Gli ascolti analitici (vedi qui tutti i dati registrati) significano che il programma è stato costruito e condotto con efficacia (aspettiamo comunque il parere di Anzaldi).

La Rai sta avendo qualche fortuna con gli spettatori. Siamo rimasti colpiti, da ultimo, dai dati de’ Il sindaco pescatore, il film che lunedì ha totalizzato il 27% di share, esattamente il risultato col botto conseguito nella settimana precedente da Luisa Spagnoli. Il nesso ideologico, una volta si sarebbe detto “il messaggio” che accomuna le due vicende sta tutto nel “pensare positivo”, nel saper leggere le situazioni, anche le più difficili, per cogliere le occasioni che possono trasformare la vita tua e degli altri. Si tratti della ragazzina sveglia che da vita a una industria e uno stile coinvolgendo la comunità in cui è cresciuta o sia invece il caso del cittadino di un paesino del salernitano che riesce a trascinare i suoi dallo sfruttamento a breve (villette a schiera, dispersione dei rifiuti etc) alla valorizzazione strategica delle opportunità ambientali.

Il “pensare lungo” è in entrambi i casi la chiave del successo. Alla fin fine, è vero, si tratta di “storie edificanti”, e non lo diciamo in senso riduttivo perché quando ci sono di mezzo i buoni sentimenti ci si espone al rischio dello scontato, del dolciastro, del ridicolo; e se lo si scampa, vuol dire che si è trovata la misura. Nel caso de’ Il sindaco pescatore, ad esempio, il pericolo è stato scampato innanzitutto grazie alla interpretazione e alla faccia di Castellitto, l’anti Garko incarnato. E così è grazie al congiungersi fra il facile e il complesso, fra la storia lineare, la caratterizzazione ambientale (che citava Benvenuti al Sud) e un protagonista di spessore, il film ha tenuto insieme i pubblici più svariati esattamente come già era riuscito alla Luisa Spagnoli: stessa percentuale di giovani e anziani, stesso rapporto fra uomini (un terzo) e donne (due terzi), pari attenzione dai colti e dagli incolti.

La differenza, l’unica ma notevole, sta tutta nella distribuzione territoriale: Luisa, eroina di Perugia, è stata stravista nel Centro Italia; il sindaco Vassallo, che finisce ucciso come sappiamo, è stato seguitissimo in Campania, Puglia e Basilicata. Il Nord, per entrambi i casi, è stato tiepido, specie in Piemonte e Lombardia, come a dire “bello, sì, ma ci riguarda fino a un certo punto”. Urge trovare qualche eroe e qualche storia di quei luoghi, per farli finalmente contenti.

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