Coinvolgere la Nato nel frenare il flusso dei migranti dalla Siria verso la Turchia e fare pressioni sull’Onu per far rispettare la risoluzione di dicembre che prevedeva lo stop di qualsiasi attacco contro la popolazione civile. L’asse Ankara-Berlino punta in queste due direzione: a confermarlo sono stati il premier turco Davutoglu e la cancelliera tedesca Angela Merkel durante una conferenza stampa congiunta al termine dell’incontro bilaterale tenutosi nella capitale della Turchia. Il cui governo, tramite le parole del vicepremier Akdogan, ha accusato duramente l’Europa, parlando ‘doppio standard’ di Bruxelles sulla crisi dei rifugiati siriani.

“Da un lato dicono ‘aprite le frontiere, accogliete tutti’, mentre dall’altro dicono ‘chiudete i vostri confini e non lasciate passare nessuno’. Senza neanche dare dei soldi, dicono ‘accogliere queste persone è un obbligo di coscienza’. Solo noi dobbiamo agire con coscienza? Perché non li prendete voi?”, ha accusato Akdogan, rispondendo alla richiesta dell’Ue, che nei giorni scorsi ha chiesto ad Ankara di riaprire la frontiera per consentire il passaggio degli oltre 30mila siriani ammassati al confine in attesa di entrare dopo essere fuggiti dai raid russi e dall’avanzata del regime di Bashar al Assad nella zona di Aleppo. Una richiesta a cui ha risposto direttamente il capo del governo di Ankara, secondo cui la Turchia accoglierà i migranti “quando sarà necessario”, visto che i raid russi rappresentano un tentativo di mettere ulteriore pressione a Turchia e Ue.

Parole che hanno un significato non di secondo piano specie alla luce di quanto dichiarato da Angela Merkel, che si è detta “scioccata ma anche inorridita” per le sofferenze subite dai civili a causa dei raid russi in Siria. La Cancelliera, inoltre, ha spiegato che Germania e Turchia intendono sia fare pressioni congiunte sull’Onu per chiedere di far rispettare la risoluzione di dicembre (“Basta attacchi contro i civili da parte di tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria”) e annunciato che Turchia e Germania lavoreranno insieme per cercare di coinvolgere la Nato nel frenare il flusso di rifugiati e per risolvere la crisi dei profughi di Aleppo. Il tal senso, l’impegno dell Nato dovrebbe consistere soprattutto nell’utilizzo delle capacità di controllo e osservazione dell’Alleanza al confine tra Turchia e Siria e nel mar Egeo.

Il motivo di questa accelerazione è stato spiegato da Davutoglu: “Aleppo è di fatto sotto assedio. Siamo sull’orlo di una nuova tragedia umanitaria” ha detto il premier turco, denunciando i raid russi che negli ultimi giorni hanno costretto alla fuga decine di migliaia di civili verso il territorio turco. “In queste circostanze” in cui la Russia continua i suoi raid in Siria, costringendo alla fuga verso i Paesi vicini decine di migliaia di civili, “è difficile che possano avere luogo dei colloqui di pace. Questa situazione deve concludersi rapidamente”: parole, queste ultime, di Angela Merkel.

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