“Prima ti autorizzano, poi ti multano”. Federica Tranchida, classe 1984, è un’artista di strada trapanese. Suo padre faceva il pompiere, lei ha studiato alla Piccola scuola di Circo di Milano e con il fuoco danza. Si esibisce in tutta Italia da anni e senza particolari problemi. Il 26 giugno dell’anno scorso ha però scoperto sulla sua pelle quanto brucia la burocrazia. Quella sera si esibiva in piazza Duomo in uno spazio che aveva regolarmente prenotato attraverso il sito messo a disposizione dal Comune di Milano (www.stradaperta.it), la piattaforma che permette ai performer di ottenere agevolmente l’autorizzazione, dopo aver inviato anche video, descrizione e biografia agli uffici comunali competenti. Il tutto sotto la dicitura “Milano, città aperta agli artisti di strada”. Una bella iniziativa dell’amministrazione per gestire spazi spesso usati abusivamente da madonnari, giocollieri, statue viventi e musicanti senza alcuna autorizzazione né garanzia sulla reale qualità dello spettacolo. Purtroppo, però, qualcosa non va: Federica viene interrotta durante l’esibizione e presto finisce al centro di una paradossale prova di burocrazia terminata con la decisione del comune di bandire il centro a tutti gli artisti che si esibiscono col fuoco (senza per altro darne notizia). Peccato che a 50 km di distanza, a Bergamo, non abbiano neppure bisogno di autorizzazioni. E così nella maggior parte dei comuni italiani   di Thomas Mackinson

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