Bene confiscato alla ‘ndrangheta a Reggio Calabria diventa una “sartoria sociale”. Prima di essere sequestrato, l’immobile (al centro della città dello Stretto) era di Gioacchino Campolo, l’imprenditore conosciuto con il soprannome di “Re dei videopoker” e condannato per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Nove mesi di lavori, effettuati dai detenuti del carcere di Arghillà, e quella che era una bottega di generi alimentari si è trasformata in un’opportunità di lavoro per le donne in difficoltà che si sono riunite nella cooperativa “Sole insieme”. “ReactionCity woman” è un progetto di riqualificazione urbana, edilizia e di inclusione sociale di un bene sequestrato e confiscato alle mafie. “Si tratta di beni confiscati – spiega il responsabile di Libera Calabria Mimmo Calabria – che sono stati utilizzati per ridare dignità alle persone in difficoltà”. “Quando si ha in gestione un bene confiscato – afferma la responsabile del progetto ReactionCity Consuelo Nava – bisogna pensare che è un bene della città. E la città adesso è chiamata a dare lavoro a queste donne”

Articolo Precedente

Brescia, Polfer butta via coperte e i cartoni usati dai clochard. “Norme antiterrorismo”

next
Articolo Successivo

Br, moglie ex boss Cutolo: “Sequestro Cirillo? Camorra intervenne. Caso Moro? Nessun pentimento, non è un juke box mio marito”

next