Farò outing, forza Ricky, devi avere coraggio! Sono monosessuale. Ho scoperto di essere monosessuale all’età di 12 anni. E la mia monosessualità in realtà nasconde una bisessualità. Mi spiego meglio. Mi piace fare l’amore con un uomo. Quell’uomo sono io, ma è un fatto del tutto accidentale. Quando faccio l’amore con me stesso (almeno quattro volte alla settimana) penso alle donne. Ed ecco la mia bisessualità. Non ho mai subito discriminazioni di sorta, a noi monosessuali non ci fila nessuno. E forse è meglio così.

Un giorno ho conosciuto un ragazzo cresciuto con due genitori transessuali, due transessuali islandesi. Per alcuni versi era un ragazzo stranissimo, metteva il cioccolato caldo sulle patate. Per il resto però questo ragazzo mi sembrava come gli altri: respirava, sorrideva, e a volte piangeva. Anche io una volta sono stato transessuale, tanti anni fa feci l’amore con una donna. Cambiai sesso, appunto. Fu un’esperienza incredibile. Consiglio a tutti i monosessuali di diventare transessuali, almeno una volta nella vita. Del resto anche i vocaboli possono cambiare “sesso” da una lingua all’altra. E vogliamo farci insegnare la libertà sessuale da un vocabolario? Non scherziamo!

Devo aggiungere una cosa a questo quadretto improvvisato: il mio inconscio non è eterosessuale, e non è omosessuale, il mio inconscio ha una sessualità polimorfa. Mi è capitato di sognare di fare sesso con un criceto. Per questo motivo non sono mai andato dallo psicanalista. Come si fa a dire a uno sconosciuto: “Sogno di fare sesso con i criceti”? Non è una cosa facile. L’altro motivo è che ho l’inconscio verticale. Chi ha l’inconscio verticale non può sdraiarsi sopra un lettino. Ah, non vi ho detto che dormo in piedi, come i cavalli. Forse sono un cavallo. Un cavallo monosessuale.

Ok, abbiamo scherzato. Ora faccio la persona seria. “Family Gay” è un reportage di parte, un reportage fazioso. Essere di parte non significa odiare la parte contraria alle proprie idee, quando filmo non odio nessuno, per me filmare è un atto d’amore. Eppure bisogna scegliere, nella vita bisogna scegliere, e scegliere è bellissimo. Ricky Farina sta dalla parte dell’Arcigay. Ma una cosa devo dirla, se fossi omosessuale sarei molto educato, a me piace l’educazione, educazione ostinata e contraria, e prima di essere penetrato direi sempre: “Scusa le spalle”. Sarei sicuramente un gay passivo. E prima o poi… chissà.

Le vie del Signore sono infinite.

Articolo Precedente

Perché l’economia aspira a dissolvere la famiglia

next
Articolo Successivo

Storie di periferia – Davanti alla porta del Sert, pensavo di amarlo

next