Se c’è un record che il presente governo ha senza dubbio infranto è quello delle colossali balle sparate a beneficio proprio e a uso e consumo dei gonzi che continuano ad allignare in certo numero e immutata salute fra la popolazione italiana. Bisogna d’altra parte capire che probabilmente la compagine guidata dall’ex sindaco di Firenze, a suo tempo definito un bugiardo dai lavoratori della locale azienda di trasporto, non ha molte alternative. Margini finanziari per politiche innovative non ve ne sono, data la crisi fiscale dello Stato che colpisce in modo particolarmente acuto l’Italia anche per la natura sostanzialmente iniqua del suo sistema tributario, né vi è alcuna volontà di attribuire un ruolo significativo agli organismi pubblici, per effetto da un lato dell’adesione ai credo neoliberisti che vedono nel privato la soluzione ad ogni male e dall’altro della necessità di soddisfare sempre e comunque i poteri forti che sono i veri mandanti del nostro e dei suoi fedeli accoliti.

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Presupponendo tali e tanti limiti oggettivi e soggettivi non resta altra strada che la mistificazione della realtà e l’invenzione di paradisi informativi artificiali su cui far pascolare un’opinione pubblica a volte disattenta e indifesa. Una strada obbligata che però si può intraprendere con una certa spensieratezza, dato lo stato di rintontimento in cui si trova buona parte della popolazione e la fedeltà dei grandi mezzi di comunicazione di massa, prima fra tutti la Rai, sempre meno dotata di autonomia intellettuale ed operativa.

Basti scorrere i giornali di questi giorni e prendere in considerazione taluni temi di attualità. Cominciamo dall’occupazione, anzi dalla disoccupazione, autentica piaga dei nostri tempi, e non solo in Italia, non solo in Europa. Il dato che emerge ma che si continua a non voler vedere è il pieno fallimento delle strategie imperniate sul Jobs Act: i numeri nudi e crudi dimostrano che, nonostante la riduzione dei diritti dei lavoratori e lo stanziamento di ingenti somme a titolo di incentivo delle imprese, l’incremento è ben misero e a un limitatissimo e del tutto transitorio aumento dei posti di lavoro fa riscontro il netto peggioramento della loro qualità.

Prendiamo poi il tema, che è indubbiamente collegato a quello appena accennato, del reddito di cittadinanza. E’ davvero sorprendente come il governo Renzi, nella persona del ministro Poletti, se ne sia voluto in qualche modo appropriare, promettendo di erogare ai poverissimi una somma davvero ridicola. Più che di un reddito di cittadinanza si tratta di una vera e propria elemosina.

Zero carbonella, poi, anche sul piano della politica estera. I sogni di grandeur libica di Renzi e Gentiloni non possono certo surrogare l’assenza di un’autonoma linea politica sulle questioni fondamentali e tra loro collegate della promozione della pace e della lotta al terrorismo. Se c’è un teatro di intervento da cui le nostre Forze armate dovrebbero stare ben lontane è proprio quello libico, dato il peso del passato coloniale di cui ci siamo macchiati. Ma, più in generale, sarebbe ora di promuovere meccanismi sganciati dalle occasionali coalizioni di potenze per tradurre in realtà l’imperativo internazionale della lotta al terrorismo. Inutile peraltro pretendere che un governo di fedeli servitori atlantici possa anche solo pensare di seguire una linea del genere.

Sull’Europa, meglio stendere un velo pietoso. La finta rissa con Juncker, che aveva in sostanza l’obiettivo di far passare come grossa conquista del nostro Paese una concessione già ottenuta, serve solo ad evidenziare quanto oramai questa Europa inutile ed anzi dannosa sia scarsamente popolare tra la nostra pur sonnolenta e disinformata opinione pubblica, al punto da indurre per l’appunto Renzi a detta poco edificante sceneggiata.

Non parliamo neanche, infine, del referendum costituzionale. Presentato come una riforma epocale il progetto governativo è ben poca cosa e punta in sostanza solo alla verticalizzazione del potere, sottraendo poteri e rappresentatività agli organismi parlamentari. Votando NO a questo progetto il popolo italiano renderà ben evidente il proprio rifiuto di tutto un modo di governare che non gli sta portando alcun beneficio.

In conclusione, il dissenso nei confronti del governo Renzi non deve essere solo di sostanza, relativo cioè a scelte sbagliate che vanno criticate e rispetto alle quali vanno disegnate opportune alternative, ma anche di metodo. Continuare a mentire e a disinformare è un po’ come avvelenare i pozzi. Si usa dire che nelle guerre la prima vittima è la verità. In guerra ancora non ci siamo, se non in modo strisciante, ma la verità sembra già perita. Occorre cercare di resuscitarla se si vuole ipotizzare un’alternativa e una resurrezione del nostro Paese.

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