“Walking on sunshine” è una canzone di trent’anni fa, che adesso sarà realtà in Francia. Anzi, per i cugini d’oltralpe sarà “Driving on sunshine”.

Il governo francese ha appena approvato un progetto di pavimentazione di mille chilometri di strada con pannelli fotovoltaici entro i prossimi cinque anni. Se avrà successo, il progetto darà energia a cinque milioni di famiglie – l’otto per cento della popolazione nazionale.

L’idea è semplice: le strade in media sono occupate dalle automobili e dai camion solo per il 10% del tempo. Perché non trovare un modo intelligente per usare queste enormi colate di bitume come generatori di energia per il rimanente 90% del tempo?
Presto fatto, ci si sono messi, l’hanno pensata e l’hanno voluto, ed eccoci qui: la costruzione delle strade al sole inizierà nella primavera del 2016. Segolene Royal, ministro dell’ecologia e dell’energia di Francia ha già stanziato i fondi e gli appalti sono stati affidati alla ditta Colas che provvederà alla costruzione di celle fotovoltaiche adatte al transito di automobili dette Wattway panels. Queste Wattway panels useranno silicio policristallino in vari strati per intrappolare i fotoni di luce. Sono state progettate per essere usate su ogni tipo di strada, sono resistenti a carichi pesanti e non c’e’ bisogno di particolari accortezze per l’installazione. Pure i camion possono passarci sopra.
I pannelli devono solo essere piazzati sopra l’asfalto, senza il bisogno di smantellare niente. Il loro spessore è solo di sette millimetri. Ciascun Wattway panel, di venti metri quadrati di superficie in condizioni ottimali, può dare energia ad una singola casa. Non male no?
E come per tutte le cose, niente nasce a caso. Dietro a Wattway ci sono cinque anni di programmazione e di ricerca con una collaborazione fra la Colas, l’Istituto Nazionale per l’Energia Solare di Francia (detto Ines) e l’Agenzia Francese dell’Ambiente e dell’Energia.
Ma chi sta dietro a questa Colas? Colas sta per Cold Asphalt, ditta fondata nel 1929. La loro attività si è focalizzata per quasi novant’anni sull’uso di bitume, asfalti per strade, materiale isolante per i tetti. Hanno spesso lavorato con le ferrovie e le autostrade di Francia e circuiti di Formula Uno. E poi… poi hanno deciso di innovare e si sono inventati Wattway, diventando i pionieri mondiali di questi pannelli.  I tempi cambiano, le esigenze cambiano, e sono sicura che l’investimento in Wattway sarà per loro redditizio anche da un punto di vista di business.
Non è la prima volta che tutto questo accade: già in Olanda, a Krommenie hanno piste ciclabili sulle quali sono installati pannelli solari, e imitazioni sono in corso in tutto il mondo. Anzi, si pensa che queste strade al sole – che siano bici, che siano per automobili – saranno installati in modo sempre più capillare nelle “smart cities” del futuro, visto il continuo crollo dei costi del solare, e vista la loro utilità.
Intanto in Germania apre la prima autostrada delle biciclette, anche qui un progetto di mille chilometri di piste ciclabili senza interruzione, con corsia di sorpasso e su un vecchio tracciato di ferrovia nella Ruhr tedesca. Si calcola che una volta a regime, questa bici-strada porterà all’eliminazione di circa 50.000 viaggi di automobili l’anno, collegando Duisburg, Bochum e Hamm e quattro università.
Tutti questi esempi mostrano che non siamo condannati a fare buchi e a spremere monnezza dal sottosuolo. Che l’uomo è più intelligente. Che il futuro sono sole e vento, creatività e coraggio. Le trivelle sono vecchie, sono il passato. L’ha capito pure una ditta di bitume. Gli unici ancora fossilizzati a un tempo che non tornera più sono Federica Guidi, Matteo Renzi e i loro petrol-amici. A quando una strada al sole anche in Italia?

Qui le immagini dei pannelli solari di Wattway e delle strade al sole.

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