“Sono sicura che verranno scattate foto mie per altri 10 anni, ma non più con me come modella”. Cindy Crawford va in ‘pensione’ e lo dichiara in un’intervista rilasciata all’Hemisphere Magazine dove ripercorre molte tappe della sua quasi trentennale carriera. “Ho lavorato con tutti i fotografi più incredibili. Che altro devo fare nella vita? Non posso continuare a reinventare me stessa”, ha spiegato la supermodella americana che il 20 febbraio prossimo spegnerà 50 candeline sulla sua torta di compleanno.

La Crawford aveva già annunciato una sorta di part time dal mondo della moda nel 2000, ma ha continuato a prestarsi, molta anima e ancor di più corpo, per parecchi set fotografici e copertine di riviste. Così se ognuno di noi la posiziona soggettivamente in un’ideale classifica estetica delle modelle da passerella, c’è una sorta di termometro oggettivo con cui si può misurare la sua influenza e popolarità globale: le copertine dei magazine. Ebbene Cindy, nata Cynthia Ann a DeKalb nell’Illinois, e scoperta da contadina sexy, modello Silvana Mangano in Riso Amaro, mentre raccoglieva pannocchie in un campo, ha registrato da quel primo scatto ad oggi oltre 1000 cover. Elle, Vogue, Harper’s Bazaar, Esquire, Allure, Cosmopolitan, e chi più ne ha più ne metta. Non ultima la campagna pubblicitaria della Balmain di Parigi nemmeno un mese fa dove con un look zingaro e aggressivo, e assieme a Claudia Schiffer e Naomi Campbell, le altre due dee del Dream Team anni novanta delle passerelle mondiali, ha sfidato le leggi dell’invecchiamento dimostrando fascino, sensualità e glamour che nessuna collega ventenne di oggi potrebbe emulare. Identico discorso quando nel febbraio 2015 posò in lingerie, da 49enne, per Marie Claire, mostrando che quando si hanno numeri del genere Photoshop è un inutile gingillo per invidiosi.

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Inoltre Cindy Crawford ha come storicamente modificato il look della “sexy American girl”, con quei capelli ondulati e mai scomposti alla ‘Baywatch’, è diventata protagonista delle campagne di prestigiosi marchi Usa come Gap, Revlon e Pepsi, guadagnando cifre da capogiro come nel 1995 quando Forbes segnalò circa 6milioni e mezzo di dollari come reddito annuo. E nell’attenta costruzione di un’immagine che non fosse solo quella delle bellona da passerella, la Crawford ha cominciato a mostrarsi spiritosa in tv, elegante in videoclip di famosi cantanti, moglie di Richard Gere (mossa pubblicitaria sublime, per entrambi) e perfino attrice terribilmente maldestra in alcune filmetti completamente dimenticabili – il documentario Sbottonate, il thriller Fair Game nel 1995, in Bodyguards nel 2000 quando rifà se stessa nelle grinfie della guardie del corpo DeSica/Boldi – senza mai dimenticare la sua regale grazia.

86-66-89 le misure della storia, un neo sopra il labbro che avrebbe voluto togliere, la Crawford ha poi riadattato se stessa all’epoca dei social mostrandosi day by day su Facebook, Instagram e Twitter. Tra una posa in stivaloni e gonna nera su qualche set fotografico odierno, qualche scatto da beato ricordo di gioventù, e perfino post su Martin Luther King, Obama o al bar a bere assieme agli amici, la supermodel appena dichiaratasi pensionata non ha mai smesso di mostrarsi “normale” agli occhi del pubblico. “Ti svegli a 40 o quasi 50 anni, e ti rendi conto che sei sempre tu. Il fatto che io stia facendo il lavoro che amo, che ho un buon rapporto con mio marito, dei bei figli, tutto questo ogni tanto porta ad avere un po’ di nostalgia per quello che è stato, ma cosa dovrei cambiare per quello che sto vivendo? Che giorno o quale esperienza della mia vita dovrei rinunciare per tornare ad essere più giovane?”. Nessuna. Sentiremo la tua mancanza, Cindy.

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