“La ringrazio tanto per questa visita e spero nella pace”. Con queste parole Papa Francesco ha salutato il presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Hassan Rohani, in visita in Vaticano. “Le chiedo di pregare per me, mi ha fatto un vero piacere e le auguro un buon lavoro”, ha replicato Rohani a Bergoglio. Il leader islamico è stato il secondo presidente iraniano a essere ricevuto da un Pontefice in Vaticano. Prima di Rouhani, infatti, nel 1999 Mohammad Khatami era stato accolto nella Santa Sede da san Giovanni Paolo II.

Quaranta minuti di faccia a faccia a porte chiuse con una donna come traduttrice. Al termine del colloquio privato, il Papa ha regalato al presidente una medaglia raffigurante San Martino: “È il santo – ha spiegato Bergoglio – che si toglie il cappotto per coprire un povero. Un segno di fratellanza gratuita”. Oltre alla medaglia, il Papa ha donato a Rohani anche due copie della sua ultima enciclica sul creato, Laudato si’. Il presidente ha ricambiato regalando a Francesco un tappeto fatto a mano nella città santa di Qom e un grande libro di pittura iraniana con numerose miniature.

“Durante i cordiali colloqui – precisa un comunicato della Sala Stampa vaticana – si sono evidenziati i valori spirituali comuni e si è poi fatto riferimento al buono stato dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica islamica dell’Iran, alla vita della Chiesa nel Paese e all’azione della Santa Sede in favore della promozione della dignità della persona umana e della libertà religiosa. Ci si è poi soffermati sulla conclusione e l’applicazione dell’Accordo sul nucleare e si è rilevato l’importante ruolo che l’Iran è chiamato a svolgere, insieme ad altri Paesi della regione, per promuovere adeguate soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armi. Al riguardo, – conclude la nota ufficiale – è stata ricordata l’importanza del dialogo interreligioso e la responsabilità delle comunità religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della pace”.

Nel discorso al Corpo diplomatico accreditato in Vaticano, all’inizio del 2016, Bergoglio aveva manifestato il gradimento della Santa Sede per l’accordo sul nucleare iraniano. “Il 2015 – aveva affermato il Papa – ha visto la conclusione di importanti intese internazionali, le quali fanno ben sperare per il futuro. Penso anzitutto al cosiddetto accordo sul nucleare iraniano, che auspico contribuisca a favorire un clima di distensione nella regione, come pure al raggiungimento dell’atteso accordo sul clima nel corso della Conferenza di Parigi. Un’intesa significativa, quest’ultima, – aveva aggiunto Francesco – che rappresenta un importante risultato per l’intera comunità internazionale e che mette in luce una forte presa di coscienza collettiva circa la grave responsabilità che ciascuno, individui e nazioni, ha di custodire il creato, promuovendo una cultura della cura che impregni tutta la società”.

Per il Papa, però, “è ora fondamentale che gli impegni assunti non rappresentino solo un buon proposito, ma costituiscano per tutti gli Stati un effettivo obbligo a porre in essere le azioni necessarie per salvaguardare la nostra amata terra, a beneficio dell’intera umanità, soprattutto delle generazioni future”. Preoccupazione, invece, era stata manifestata da Bergoglio per il test nucleare avvenuto nella Corea del Nord. “L’anno da poco iniziato – aveva precisato Francesco – si preannuncia carico di sfide, e non poche tensioni si sono già affacciate all’orizzonte. Penso soprattutto ai gravi contrasti sorti nella regione del Golfo Persico, come pure al preoccupante esperimento militare condotto nella penisola coreana. Auspico che le contrapposizioni lascino spazio alla voce della pace e alla buona volontà di cercare intese”.

Prima di arrivare in Vaticano, Rohani era intervenuto al business forum Italia-Iran parlando anche di economia e terrorismo. “Il Corano – ha affermato il presidente – invita i musulmani a proteggere per prime le chiese e le sinagoghe: questo significa tolleranza”. Nel primo giorno della sua visita in Italia, invece, Rohani ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi. A entrambi il leader islamico ha manifestato la posizione dell’Iran contro il terrorismo fondamentalista “senza ambiguità”. Su Twitter, Rohani ha annunciato che prossimamente Renzi ricambierà la visita recandosi in Iran per “dare impulso ai legami economici” tra i due Paesi.

Twitter: @FrancescoGrana

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