In Europa gli ebrei sono ancora a rischio, nel mirino, “condannati a nascondersi”, “colpiti per il solo fatto di essere ebrei”. Questo accade oltre 70 anni dopo l’Olocausto pianificato dal nazismo. A dirlo è il premier di Israele Benyamin Netanyahu, ma prima di lui lo stesso concetto era stato espresso dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. “‘Condannati a nascondersi’. Non avrei mai immaginato di leggere titoli così nella mia vita – ha detto Juncker in un messaggio in occasione del Giorno della Memoria – Non avrei mai immaginato che un rabbino a Marsiglia avrebbe dovuto dire alla sua comunità che sarebbe meglio nascondere la kippah, non avrei mai immaginato che le scuole ebraiche e le sinagoghe avrebbero dovuto essere protette, non avrei mai immaginato un’Europa dove gli ebrei si sentono così insicuri da far raggiungere il picco più alto d’immigrazione verso Israele”. Secondo Juncker, “settantuno anni dopo la liberazione di Auschwitz questo è intollerabile”. “L’Europa – conclude il presidente della Commissione Ue – non può accettare e non accetta questo. Gli attacchi agli ebrei sono attacchi a tutti noi, contro il nostro modo di vivere, la tolleranza e la nostra identità”. Per questo “siamo determinati: mai più. Perché un’Europa di odio è un’Europa che noi rifiutiamo. Perché un’Europa senza ebrei non sarebbe più Europa”.

Alle parole di Juncker si aggiungono quelle di Netanyahu: “In Europa e altrove gli ebrei sono di nuovo colpiti per il solo fatto di essere ebrei – dichiara il premier israeliano – Nel mondo le comunità ebraiche vivono in una paura crescente. Assistiamo ad un antisemitismo diretto contro i singoli ebrei, e vediamo un odio collettivo contro gli ebrei, contro lo Stato ebraico“. Per il capo del governo “gli estremisti islamici incorporano il più oltraggioso antisemitismo nelle loro dottrine omicide. Ma anche rispettati opinion leader dell’Occidente hanno cominciato ad infettarsi con l’odio verso il popolo ebraico e Israele”. Netanyahu – che ha sottolineato l’importanza del Giorno della Memoria – ha concluso affermando che oggi “noi possiamo proteggerci e difendere la nostra libertà. Siamo cambiati, ci siamo e parliamo forte in nostra difesa”.

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