L’imprenditore Luca Tromboni, 50 anni, fu trovato morto, ucciso a colpi di arma da fuoco, nell’azienda di famiglia di Quinto de’ Stampi, frazione di Rozzano, in provincia di Milano. Ora secondo i carabinieri c’è un presunto responsabile: è il fratello, Sandro. Su di lui si erano concentrati i sospetti già poche ore dopo l’omicidio. I militari dell’Arma hanno verificato e smontato, si legge in una nota, l’alibi dell’uomo che – sempre secondo gli investigatori – era mosso da “sentimenti di astio e risentimento”. L’omicidio, secondo la Procura, sarebbe stato quindi “lucidamente organizzato, pianificato ed eseguito”. Movente: i rancori personali e professionali nati durante la gestione dell’azienda.

Il corpo di Tromboni fu trovato all’alba del 20 marzo 2015 nel capannone dell’impresa di famiglia che vende viti e bulloni da quasi cinquant’anni. Tromboni, sposato e padre di un ragazzo di 15 anni, è sempre stato descritto come un gran lavoratore e anche la sera precedente al ritrovamento del suo corpo era rimasto in azienda fino a tardi. Durante le prime indagini dei carabinieri emerse che le ferite erano compatibili con una sorta di esecuzione: una pallottola aveva trapassato l’addome, una seconda perforò la scatola cranica.

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