Sono entrati nel campus e hanno aperto il fuoco su studenti e professori, uccidendo almeno 21 persone, tra cui anche guardie e poliziotti. Ma secondo la tv locale AbbTak News le vittime sono 30. Un gruppo uomini armati ha attaccato questa mattina intorno alle 9 (ora locale) la Bacha Khan University di Charsadda, nel nord ovest del paese. Quattro i miliziani uccisi. I media locali scrivevano che l’attentato era stato rivendicato dai talebani del Pakistan (Tehreek-e-Taliban Pakistan) che, hanno aggiunto, puniranno in base alla Shariah islamica “chiunque abbia utilizzato il nome del TTP per questa attività anti-islamica”.

L’attentato di oggi arriva a poco più di un anno dalla strage da un’altra scuola nella stessa area, a Peshawar, dove i talebani avevano fatto irruzione in un istituto frequentato dai figli dei militari uccidendo 145 persone, tra le quali 100 bambini. E oggi il Ttp, in un comunicato ufficiale, firmato dal portavoce Muhammad Khurasani, dopo aver ricordato che il TTP è l’unica organizzazione rappresentativa dei mujaheddin e della ‘jihad’in Pakistan, ha precisato che “studenti inermi che frequentano istituzioni non militari sono valori importanti per il futuro della nostra jihad e per questo la loro protezione è un nostro dovere” come musulmani.

Il primo ministro pakistano Nawaz Sharif  dalla Svizzera, dove si trova per partecipare al vertice annuale del World Economic Forum, ha espresso profondo dolore e ha fatto sapere di seguire personalmente la situazione e di essere costantemente informato sulle misure adottate contro i terroristi. Affermando che chi uccide studenti e cittadini innocenti non ha fede, né religione, Sharif ha poi aggiunto che “siamo determinati e risoluti nel nostro impegno volto a sradicare la minaccia del terrorismo dalla nostra patria. Gli infiniti sacrifici compiuti dai nostri connazionali non saranno vani”.

Le testimonianze – Quando è iniziato l’attacco circa 600 studenti si trovavano all’interno dell’ateneo e si apprestavano a partecipare ad un recital di poesie dedicato a Bacha Khan – politico pakistano pacifista e musulmano scomparso nel 1988 – nell’anniversario della sua morte. Uno degli allievi che è riuscito a scappare ha raccontato alla rete televisiva Dunya di aver udito anche delle esplosioni oltre al suono di una intensa sparatoria. Alcuni studenti hanno riferito che “gli assalitori erano come noi, molto giovani”. Imbracciavano kalashnikov, “indossavano giubbotti come quelli delle forze di sicurezza”. “C’erano 200-300 studenti nell’ostello – racconta ancora il testimone – C’è stato uno scontro a fuoco tra gli assalitori e le forze di sicurezza. Quando tutto è finito i soldati sono venuti a bussare nella nostra stanza e ci hanno detto che eravamo salvi”.

Uno studente di Informatica sottolinea che lui e i suoi compagni non avevano alcun modo per difendersi e riferisce di avere “visto almeno tre assalitori”. Un altro ragazzo, Zahoor Ahmed, ha detto al sito di Dawn che stava lasciando il campus quando ha sentito degli spari. “Siamo stati fermati dal docente di chimica che ci ha consigliato di tornare dentro. Aveva una pistola in mano – ha raccontato – Poi ho visto che una pallottola lo ha colpito. Ho visto due militanti sparare. Sono corso dentro e poi sono riuscito a scappare dal retro”.

Un altro testimone scampato al massacro dell’università racconta che gli assalitori si erano posizionati agli ingressi della scuola. “Ho visto che tre di loro hanno avuto uno scontro al fuoco con le guardie della sicurezza dell’università. Uno era al piano terra, un altro all’angolo e il terzo vicino alla sala all’ingresso”, ha detto. Shabir Khan, docente di inglese, ha spiegato che stava lasciando il campus quando è iniziato lo scontro a fuoco. “La maggior parte degli studenti e dello staff era in classe quando è iniziata la sparatoria – ha detto Khan -. Non ho idea di quello che è successo, ma ho sentito che una guardia della sicurezza stava parlando al telefono con qualcuno e che molte persone sono state uccise e ferite”.

Chi è Bacha Khan – L’attentato al campus universitario di Charsadda, a una cinquantina di chilometri da Peshawar nel Pakistan nordoccidentale, è stato sferrato nel giorno in cui era prevista la commemorazione di Bacha Khan, capo carismatico dei pashtun, a cui è dedicato l’ateneo, nel giorno della sua morte nel 1988. Noto per aver creato il primo esercito non violento Khudai Khidmatgar (i Servi di Dio), Baba Khan, o Khan Abdul Ghaffar Khan, è conosciuto per aver sostenuto la necessità dell’emancipazione femminile e della separazione tra Stato e religione. Per le sue posizioni pacifiste e contrarie alla dominazione britannica è anche chiamato il Gandhi della Frontiera o Gandhi musulmano.

I suoi appelli per una trasformazione sociale, per una distribuzione equa delle terre, in difesa delle minoranze e delle donne, per un’armonia religiosa erano invisi alle autorità britanniche e ad alcuni politici, leader religiosi e grandi proprietari terrieri locali, e gli costarono due attentati e più di 25 anni di prigionia. Nato nel 1890 nel piccolo villaggio pashtun di Utmanzai e morto il 20 gennaio del 1988, è stato sepolto a Jalalabad, in Afghanistan, su sua richiesta.

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