Non si ferma la distruzione di monumenti cristiani in Iraq da parte dell’Isis. Gli jihadisti hanno raso al suolo il monastero di St. Elijah di Mosul (foto da wikipedia): costruito nel 590 dopo cristo era il più antico di tutto il paese. Le devastazioni risalgono all’estate del 2014, quando Mosul cadde nelle mani dello Stato Islamico, ma sono state accertate solo un anno e mezzo dopo. La conferma è arrivata grazie ad alcune fotografie satellitari scattate dalla società DigitalGlobe per l’agenzia Associated Press.

L’edificio era situato su una collina che sovrasta la città irachena e secondo gli esperti è stato abbattuto con dei bulldozer e degli esplosivi. Il monastero aveva già gran parte del tetto distrutto anche a causa di atti di vandalismo compiuti dai soldati americani durante l’occupazione dell’Iraq: I soldati della 101ma Divisione aviotrasportata Usa, avevano infatti ricoperto le pareti di disegni e avevano inciso l’aquila, il loro simbolo. Tuttavia erano rimaste intatte 25 stanze e una cappella. Mentre nel 1743 il sito era stato teatro di un massacro di monaci cristiani. Dopo il rifiuto alla conversione all’Islam in 150 erano stati massacrati da un generale persiano.

Da quando lo Stato Islamico ha preso il controllo di diversi territori iracheni nel giugno 2014, i miliziani ha distrutto moltissimi monumenti sia cristiani che mussulmani.  Nel marzo 2015, secondo l’Unesco, l’Isis controllava già 2.000 dei 12.000 siti del Paese. Tra le distruzioni più importanti quella del mausoleo di San Giorgio, patrono di Mosul, e della mitica tomba di Seth, che ebrei, cristiani e musulmani venerano come figlio di Adamo ed Eva. Entrambi i siti sono stati rasi al suolo 25 luglio 2014.

Le distruzioni sistematiche non hanno risparmiato neanche la Siria dove sono stati conquistati centinaia di siti archeologici. Il più importante è quello di Palmira, città conquistata nel maggio 2015. Dopo le devestazioni delle decine di templi il 19 agosto nel 2015 è stato decapitato Khaled Asaad, 82enne ex responsabile del sito.

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