Si era cosparso il capo di benzina dandosi fuoco per evitare che gli portassero via la casa. Amaro destino quello di Giovanni Guarascio, il muratore sessantenne di Vittoria, in provincia di Ragusa, che nel maggio del 2013 si era suicidato dopo che un vecchio debito da un migliaio di euro aveva fatto finire all’asta il suo appartamento. Che adesso, due anni e mezzo dopo la triste vicenda, è stato riacquistato e restituito alla famiglia del manovale dal Movimento 5 Stelle siciliano.

L’abitazione, finita agli incanti, era stata acquistata da un terzo compratore che però non è mai riuscito a sfrattare la famiglia Guarascio, a causa anche di un’inchiesta della magistratura. Adesso, grazie al denaro accantonato mensilmente dagli stipendi dei 14 deputati eletti dal Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, la famiglia del muratore può archiviare la lunga battaglia burocratica scoppiata dopo la vendita dell’immobile all’asta, tornando proprietaria dell’appartamento di via Brescia a Vittoria: in origine era stato costruito dallo stesso Giovanni Guarascio, dopo anni di sacrifici.

“La donazione dei deputati è altamente simbolica, serve infatti ad accendere i riflettori sulla legge voto sull’impignorabilità della prima casa, fortemente voluta dal M5s attualmente ferma al Senato”, spiega una nota del Movimento di Beppe Grillo. La norma sull’impignorabilità della prima abitazione era stata approvata dal Parlamento siciliano il 22 ottobre del 2014: poi una volta approdata a Roma era rimasta bloccata a Palazzo Madama. “È ora che la legge metta il turbo. Non possiamo permettere che ci siano altri casi Guarascio, cui stiamo pensando di intestare la legge. Renzi non faccia orecchie da mercante, eventuali prossime vittime le avrebbero sulla coscienza lui e la sua maggioranza”, dicono i deputati siciliani del Movimento, che incontreranno la stampa a Vittoria venerdì prossimo, insieme ai due componenti del diretti M5s, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Sul pignoramento e la vendita della casa dei Guarascio, la procura di Ragusa aveva aperto un’inchiesta, che oggi è alle fasi conclusive. L’indagine coordinata dal procuratore ragusano Carmelo Petralia si divide in due tronconi, con tre persone iscritte nel registro degli indagati per turbativa d’asta. Un filone dell’inchiesta punta a fare luce sull’aggiudicazione all’asta dell’immobile, mentre dall’altra parte i pm hanno ricostruito la storia debitoria di Guarascio, fino al piccolo credito vantato da una banca che alla fine gli era costato il pignoramento dell’intero immobile. L’appartamento era sequestrato dalla procura al nuovo compratore e assegnato nuovamente alla vedova, prima dell’acquisto definitivo da parte del pentastellati.

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