Iran Hassan Rohani 675

L’Iran, poche ore fa, è tornato nel mondo. E’ sicuramente un’opportunità per le grandi imprese italiane, ma ancor di più per le nostre pmi. Vi sono tre realtà persiane che spesso non vengono propriamente considerate, nelle valutazioni di fattibilità delle aziende. Il leader Supremo, i guardiani della rivoluzione (Pasdar) e le fondazioni religiose (Bonyad). Non considerare queste tre realtà dello scenario socio economico iraniano è un poco come pensare al mercato italiano dimenticando l’influenza e la rete commerciale che posseggono le Coop, Opus dei, Comunione e Liberazione ( un paragone proporzionalmente ridotto) e simili reti sociali ed economiche.

I Pasdar sono una realtà conosciuta in Occidente solo in termini militari. Sono composte da militari, induriti dalla guerra Iran-Iraq. Tuttavia al termine della guerra questa organizzazione ricevette ampi “riconoscimenti” dall’allora Leader Supremo. Senza entrare nel merito della storia di questo gruppo, attualmente i Pasdar e il Leader Supremo sono un centro di potere economico e sociale di grande rilevanza nella Repubblica.

Prendete il gruppo assicurativo Mellat, una delle realtà più importanti nella Repubblica. I Pasdar possiedono almeno (una stima precisa non è possibile) il 27.76% delle sue azioni. Tadbir Group, uno dei principali strumenti finanziari della fondazione Setad (del Leader Supremo) possiede un altro 1.13& circa. Uniti posseggono il 29% e possiedono 2 dei 5 seggi nel consiglio di amministrazione.

Sulla carta i Pasdar e il Leader Supremo appaiono essere in minoranza. Tuttavia se si considera che gli altri tre seggi sono occupati da rappresentanti di altrettante entità governative (Saba Tamin Investment, il “fondo” pensione dei dipendenti pubblici e Saba Investment) è facile comprendere chi governi cosa. In un’analisi del 2013 la Reuters mappava l’estensione del gruppo Setad affermando che “ in pratica Setad controlla numerosi business tramite quote di minoranza. La Reuters ha identificato almeno 24 compagnie pubbliche dove Setad, o sue controllate, possiede meno del 50%”.

In aggiunta a queste proprietà Setad possiede un portfolio immobiliare che Reuters stima in circa 52 miliardi di dollari, più quote di minoranza in compagnie quotate per circa 3,4 miliardi USD ( stime del 2013).

Per quanto concerne le guardie della rivoluzione esistono circa 218 società non quotate possedute dalla IRGC Cooperative Foundation e 85 compagnie possedute dalla Basij Cooperative Foundation. A loro volta queste compagnie posseggono altre controllate, quindi la ramificazione del Leader Supremo e delle Guardie della Rivoluzione è grandemente estesa a tutti i livelli della società e dell’economia iraniana.

L’ultimo capitolo dell’economia iraniana che deve essere compreso è l’importante ruolo delle fondazioni. Ho già citato quelle del Leader Supremo e dei Pasdar. Tuttavia esistono altre fondazioni (Bonyads) il cui ruolo, specialmente dopo l’avvento dei rivoluzionari, è divenuto vitale per la repubblica iraniana. Queste organizzazioni giocano un ruolo predominante nell’economia iranana non legata al petrolio. Si stima creino/posseggano circa il 20% del Pil nazionale. Sono organismi che sono esenti da tassazione, con un ruolo di supporto delle istituzioni che radica la sua attività in ogni singolo elemento della società iraniana.

La Bonyad Shahid Va Omur-e Janbazan per esempio (la fondazione per gli affari dei martiri e dei veterani di Guerra) si stima possieda oltre 100 aziende. La sua attività primaria di sostegno sociale si è nel tempo ampliata e ora i suoi interessi economici sono strutturati in differenti settori dalle costruzioni alla logistica. La Mostazafan Foundation of Islamic Revolution fondata con le ricchezze sequestrate allo Shah, si occupa di attività caritatevoli. Tuttavia i suoi asset sono stimati in oltre 10 miliardi di dollari. Le sue attività includono la gestione di importanti gruppi tra i quali la National Iranian Oil Company.

Queste e altre fondazioni, combinate con le attività delle guardie della rivoluzione e la Suprema guida, di fatto sono l’anima economica e sociale della repubblica iraniana. Chiunque abbia interesse, specie se parliamo di pmi italiane, a sviluppare relazioni commerciali con questa antica repubblica dovrebbe attentamente analizzare i suoi potenziali partner locali, al fine di comprendere a pieno se sono in qualche modo partecipati da una o più delle realtà sopra menzionate. Tale comprensione può grandemente facilitare i rapporti commerciali con questo mercato.

@enricoverga

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