Renault come Volkswagen? E’ l’ipotesi investigativa che nella mattinata di giovedì 7 gennaio, in Francia, ha spinto la polizia antifrode ad effettuare una serie di perquisizioni in varie fabbriche della casa automobilistica. La notizia è stata resa pubblica oggi. L’obiettivo degli 007, secondo quanto riportato dal sindacato CGT di Lardy (dove si realizzano le prove sulle emissioni), è quello di verificare l’esistenza di un software simile a quello della casa di Wolfsburg sui motori diesel, in modo da truccare i test sugli inquinanti.

A sentire il sindacato, “il settore interessato dalle perquisizioni (si tratta dei reparti “omologazione e messa a punto dei controlli sui motori”) lascia fortemente pensare” che il blitz degli agenti “sia legato alle conseguenze dello scandalo dei propulsori truccati da Volkswagen“. Durante le operazioni dell’antifrode, sono stati sequestrati alcuni pc aziendali dei dirigenti del centro di ingegneria Renault di Lardy, il tecnocentro di Guyancourt (Yvelines), il sito di Plessis-Robinson e la sede di Boulogne-Billancourt (Hauts-de-Seine). “Ieri abbiamo chiesto cosa stesse accadendo alla direzione, ma non abbiamo avuto alcuna risposta. Siamo tutti molto sorpresi” ha detto Franck Daoût, dirigente sindacale. Da sottolineare che, dopo il caso Volkswagen, Renault aveva annunciato investimenti per 50 milioni di euro per ridurre le emissioni inquinanti delle sue automobili in fase di omologazione e uniformarle così a quelle dei test.

LA PRECISAZIONE DI RENAULT
Una nota della Renault prova a gettare acqua sul fuoco. “Dopo la rivelazione dell’agenzia americana per l’ambiente Epa” sulla truffa dei diesel del gruppo Volkswagen, “il governo francese ha istituito una commissione tecnica indipendente, chiamata Commission Royal (dal nome del ministro francese, ndr), la quale deve verificare che i costruttori francesi non abbiano montato sui loto veicoli software equivalenti” a quelli VW. L’Utac starebbe valutando 100 veicoli, di cui 25 sono Renault per riflettere le quote di mercato in Francia. “A fine dicembre 2015, sono terminati i test su 11 veicoli, di cui 4 a marchio Renault”, dice la Casa. “Allo stato attuale, la direzione generale dell’energia e del clima DGEC, che è l’interlocutore della commissione tecnica, considera che le procedure in corso non mettono in evidenza la presenza di alcun software truffaldino. Questa è per Renault una buona notizia”.

IL TITOLO CROLLA IN BORSA. GIU’ TUTTO IL SETTORE AUTO
Fatto sta che dopo il diffondersi della notizia delle perquisizioni, il titolo ha fatto registrare un crollo verticale in Borsa, con una perdita che ha superato il 20%, pari a oltre 5 miliardi di euro di valore di mercato bruciati. Renault si prepara a chiudere la peggiore giornata di Borsa della propria storia. Il titolo sconta inoltre il calo delle vendite di auto in Russia nel 2015 (-46%), dove il gruppo è esposto con il marchio Autovaz. Il caso del gruppo francese, inoltre, sta trascinando a fondo i titoli dell’auto in Europa, con un calo di oltre il 6% del listino di settore. In difficoltà anche Fca, in calo del 10% dopo essere stato sospeso per un breve lasso di tempo, e Peugeot, che lascia l’8,10%. Lo Stoxx 600 Autos and Parts, listino dell’automotive europeo, cece il 5,9 per cento, dopo aver toccato i livelli più bassi da ottobre. In caduta anche le azioni di Volkswagen, che lasciano il 3,98%.

IL GOVERNO RASSICURA: “NESSUN SOFTWARE, NESSUNA FRODE”
Dopo la diffusione delle notizie sulle perquisizioni negli stabilimenti della casa francese, anche il governo è sceso in campo per rassicurare i consumatori. Nella vicenda Renault – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Segolene Royal, è stato osservato “uno sforamento delle norme” sul Co2 e l’ossido di Azoto ma “nessuna frode”. Il ministro ha aggiunto che le analisi condotte sui motori Renault e di altri due costruttori stranieri non rivelano l’esistenza di un “software illegale” per truccare le emissioni.

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