Le vendite globali di Volkswagen sono calate nel 2015 del 2%, scendendo sotto i 10 milioni di unità. Per la precisione 9,93. Si tratta del primo calo annuale che si registra dal 2002. A pesare sono lo scandalo delle emissioni di Co2 delle vetture diesel scoperto a settembre dello scorso anno ma anche il rallentamento della Cina, mercato importante per la casa di Wolfsburg. Tra i singoli marchi, male Vw che segna un calo delle vendite del 4,8% a 5,83 milioni di vetture, con un tracollo del 7,9% a dicembre. Porsche segna nel 2015 un incremento delle vendite del 18,6%, ma con un dicembre pessimo a -26,2%. Tiene bene invece Audi, che mostra una crescita delle immatricolazioni del 3,6% a 1,8 milioni di auto nell’anno e del 5,6% a dicembre.

“La consegna di quasi dieci milioni di veicoli è un ottimo risultato”, ha commentato l’amministratore delegato Matthias Mueller, “soprattutto in considerazione del perdurare di una situazione di mercato difficile in alcune regioni, a cui si aggiunge il problema del diesel nell’ultimo trimestre dello scorso anno”. A livello di mercati, Mueller ha ricordato le difficoltà in Russia e Brasile dove le vendite sono calate rispettivamente del 36,8% e del 38,1%, ma si è detto convinto che “il 2016 sarà meno impegnativo“.

Intanto si complica il rapporto con gli Stati Uniti che questa settimana hanno depositato una causa civile contro il gruppo per l’installazione di software che truccavano le emissioni su circa 580.000 veicoli diesel. Secondo il New York Times Volkswagen starebbe ostacolando le indagini americane non consegnando alle autorità email e comunicazioni dei propri manager. Un rifiuto che rischia di inasprire ulteriormente il confronto. Le autorità d’oltreoceano puntano a identificare chi all’interno della casa era a conoscenza dei dispositivi truccati. Rintracciare i responsabili è uno dei punti chiave delle indagini americane: le sanzioni nei confronti di Volkswagen potrebbero essere maggiori se gli Stati Uniti riuscissero a provare in tribunale che i manager erano a conoscenza o direttamente coinvolti nell’attività.

“La nostra pazienza con Volkswagen si sta esaurendo”, ha affermato il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, “Volkswagen collabora saltuariamente, assumendo un atteggiamento che appartiene più a una società che nega che a una che vuole lasciarsi alle spalle una cultura di falsità ammesse” ha concluso. Intanto Muller sarà a Washington il prossimo 15 gennaio, nel tentativo di raggiungere un compromesso con le autorità su come procedere.

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