Cultura

Babbo Natale, e se fosse comunista? Una fiaba ironica e pop gioca con la storia

In "I Fratelli Kristmas" (Einaudi), Giacomo Papi si diverte (e diverte) a immaginare che il vecchio con la barba bianca sia rimpiazzato, causa malattia, dal fratello Luciano. Che però è un "eguagliatore". Cioè pensa che tutti i bambini debbano avere lo stesso numero di regali, poveri o ricchi che siano. Ma le forze della reazione sono - come al solito - in agguato

di Mario Portanova

E se Babbo Natale fosse comunista? L’effetto sarebbe decisamente sovversivo, dato che tutti i bambini avrebbero lo stesso numero di regali, ricchi o poveri che siano, nel Nord come nel Sud del mondo. Parte da qui “I fratelli Kristmas” di Giacomo Papi (Einaudi, 227 pagine, 17,50 euro), una fiaba ironica e pop che gioca con la storia, la letteratura, la filosofia, senza tralasciare cronaca. Basti pensare che il cattivo della situazione – il giocattolaio miliardario Panicus Flynch, che cerca di impossessarsi del Natale per renderlo più markenting oriented – si è comprato l’intera Grecia piegata dalla crisi e l’ha trasformata in un gigantesco parco a tema. Dove, tanto per dire, Harry Potter tenta di rimorchiare la Fata Turchina mentre Il Piccolo Principe e Peter Pan sono due mafiosetti spocchiosi che controllano la zona Vip e l’iscrizione obbligatoria al sindacato dei Lavoratori della Fantasia.

Lo spunto è presto detto. Nel villaggio di Ullapoool (con tre “o”, “il luogo più segreto dell’universo, invisibile persino a Google Maps“) si avvicina il 25 dicembre, ma Niklas Kristmas, meglio noto come Babbo Natale, è seriamente malato e il dottore gli vieta di partire per la tradizionale distribuzione dei doni. Che fare? A sostituirlo sarà il fratello Luciano, ma la scelta è tormentata perché tutti sanno che è un “eguagliatore” (la parola “comunista” non si addice alle fiabe e non compare mai). Cioè pensa che tutti debbano avere le stesse cose. Almeno in partenza, da bambini appunto. Così Luciano va, con slitta e renne d’ordinanza, spalleggiato dal nano picchiatore Efisio Fois (l’anno prima a Budapest Babbo Natale era stato attaccato da un branco di nazisti ungheresi…) e imbarcando poi nell’avventura due bambini, Pietro e Maddalena. Nel viaggio, però, il gruppo dovrà vedersela con le perfide valchirie (che naturalmente cavalcano…) inviate da Panicus Flynch. Ma anche – si sa come vanno le cose a sinistra – con la salma imbalsamata di Mao che al Mausoleo di Pechino si rianima e aggredisce i nostri mentre consegnano i doni ai piccoli cinesi.

Il libro di Papi, giornalista, scrittore e già autore per Einaudi del romanzo “I primi tornarono a nuoto”, risponde anche ad alcune grandi domande esistenziali. Tipo: ammesso pure che esista, come fa Babbo Natale a consegnare i regali a due miliardi di bambini in tutto il globo nell’arco di una sola notte? E’ tutto merito dello gnomo orologiaio Perparim Litmanen (per tutto il racconto l’autore si diverte, e diverte, giocando sui nomi nordici), che a Ullapoool manovra abilmente i giganteschi ingranaggi del tempo. Cosicché quello a disposizione di Luciano Kristmas e soci sia enormemente dilatato rispetto al normale scorrere di quello ordinario. E in una sola notte il miracolo si compie. Parliamo del Natale, s’intende.

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