“Molteplici forme di ingiustizia e di violenza feriscono quotidianamente l’umanità”. È la denuncia che Papa Francesco ha fatto nella messa del primo giorno del nuovo anno in cui la Chiesa celebra la Giornata mondiale della pace. Nella sua omelia Bergoglio ha sottolineato “la drammatica esperienza storica” che l’umanità sta vivendo. “A volte – ha affermato il Papa – ci domandiamo: ‘come è possibile che perduri la sopraffazione dell’uomo sull’uomo?’, che l’arroganza del più forte continui a umiliare il più debole, relegandolo nei margini più squallidi del nostro mondo? Fino a quando la malvagità umana seminerà sulla terra violenza e odio, provocando vittime innocenti? Come può essere il tempo della pienezza quello che pone sotto i nostri occhi moltitudini di uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, disposti a rischiare la vita pur di vedere rispettati i loro diritti fondamentali?”.

Per il Papa si tratta di un vero e proprio “fiume di miseria, alimentato dal peccato” che però “non può nulla contro l’oceano di misericordia che inonda il nostro mondo. Siamo chiamati tutti – è l’invito di Francesco – a immergerci in questo oceano, a lasciarci rigenerare, per vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà, e uscire dalla falsa neutralità che ostacola la condivisione. La grazia di Cristo, che porta a compimento l’attesa di salvezza, ci spinge a diventare suoi cooperatori nella costruzione di un mondo più giusto e fraterno, dove ogni persona e ogni creatura possa vivere in pace, nell’armonia della creazione originaria di Dio”. Per Bergoglio, infatti, “dove non può arrivare la ragione dei filosofi né la trattativa della politica, là può giungere la forza della fede che porta la grazia del Vangelo di Cristo, e che può aprire sempre nuove vie alla ragione e alle trattative”.

Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2016, intitolato “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, il Papa ha chiesto a tutti i governi del mondo di “considerare la possibilità di un’amnistia” durante il Giubileo straordinario della misericordia. Francesco ha auspicato anche la “cancellazione o la gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati più poveri”. Quello che si apre per Bergoglio è un 2016 che sarà interamente dedicato alle celebrazioni dell’Anno Santo con in agenda due viaggi internazionali: in Messico dal 12 al 18 febbraio e in Polonia dal 26 al 31 luglio.

All’Angelus il Papa ha sottolineato che “la pace, che Dio Padre desidera seminare nel mondo, deve essere coltivata da noi. Non solo, deve essere anche ‘conquistata’. Ciò comporta una vera e propria lotta, un combattimento spirituale che ha luogo nel nostro cuore. Perché nemica della pace non è solo la guerra, ma anche l’indifferenza, che fa pensare solo a sé stessi e crea barriere, sospetti, paure e chiusure. Abbiamo, grazie a Dio, tante informazioni; ma a volte siamo così sommersi di notizie che veniamo distratti dalla realtà, dal fratello e dalla sorella che hanno bisogno di noi. Cominciamo ad aprire il cuore, – è stato l’invito di Francesco – risvegliando l’attenzione al prossimo. Questa è la via per la conquista della pace”.

Nel pomeriggio del primo giorno del 2016 il Papa ha aperto l’ultima porta santa delle quattro basiliche romane, quella di Santa Maria Maggiore: “È di fatto una porta della misericordia”. Nell’omelia Francesco ha spiegato che la Madonna “insegna alla Chiesa che il perdono offerto sul Golgota non conosce limiti. Non può fermarlo la legge con i suoi cavilli, né la sapienza di questo mondo con le sue distinzioni. Il perdono della Chiesa deve avere la stessa estensione di quello di Gesù sulla croce e di Maria ai suoi piedi. Non c’è alternativa”. Per Bergoglio “la forza del perdono è il vero antidoto alla tristezza provocata dal rancore e dalla vendetta. Il perdono apre alla gioia e alla serenità perché libera l’anima dai pensieri di morte, mentre il rancore e la vendetta sobillano la mente e lacerano il cuore togliendogli il riposo e la pace”.

Twitter: @FrancescoGrana

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