È stato lo stesso Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook a celebrare la giornata: “Mercoledì 23 dicembre inauguriamo finalmente la Variante di valico tra Firenze e Bologna (non ci posso credere, allora esiste davvero!)”. Difficile dargli torto: è da decenni che si attende il raddoppio appenninico, 37 chilometri tutto viadotti e gallerie, e la notizia non può che riempire di gioia gli automobilisti. A novembre 2014, quando fu abbattuto il diaframma dell’ultima galleria, il premier aveva promesso che per il 2015 i bambini avrebbero smesso di vomitare sulla lunga, tortuosa e vecchia Autostrada del sole. Come nel suo stile, la promessa è stata mantenuta sui tempi.

Eppure ancora a luglio 2015, alcune fotografie scattate nel cantiere, e qui pubblicate per la prima volta (foto 1-7), dimostrano che la galleria Val di Sambro (quasi quattro chilometri, una delle più lunghe della Variante), in alcuni suoi punti soffriva per la spinta delle frane. Alcuni carotaggi (fori profondi 60 centimetri e con diametro 20 cm), evidenziano crepe. Il calcestruzzo in alcuni punti risulta quasi sbriciolato. Tra le pagine dello stesso documento in cui sono contenute le fotografie c’è anche un disegno (foto 9). E questo rivela come ancora a maggio 2015 il rivestimento del tunnel val di Sambro presentasse “fessurazioni”, “fessurazioni con distacco” e “parti di rivestimento ammalorato” lungo un tratto della canna nord lungo quasi 40 metri. A quanto risulta, Autostrade per l’Italia, concessionaria dell’opera e Toto (che assieme ad altre due ditte ha scavato metà del traforo), hanno lavorato sodo per rifare il rivestimento messo sotto pressione dalla spinta della montagna. Peraltro la stessa Autostrade, interpellata in merito a questo da ilfattoquotidiano.it, non ha finora replicato.

Tuttavia le frane continuano a muoversi e il rivestimento della galleria anche nelle ultime settimane ha continuato a muoversi in alcuni punti fino a un centimetro in un mese (foto 8 e foto 13). Anche il vicino tunnel Sparvo (quello in cui si terrà il ricevimento con Renzi per l’inaugurazione), è stato blindato internamente per centinaia di metri con possenti anelli d’acciaio: anche in quel caso infatti un’altra frana aveva rotto letteralmente i conci di rivestimento della galleria (foto 10-12) .

Che il tunnel val di Sambro fosse stato costruito oltrepassando il corpo di diverse grandi frane è noto da quando nel 2011 gli abitanti della frazione di Ripoli, che sta sopra il tracciato, avevano cominciato a vedere le loro vecchie case creparsi. Diverse famiglie sono state sgomberate e, ricevuti dei risarcimenti da società Autostrade, non sono mai più tornate nelle loro abitazioni. La chiesetta del Duecento è stata chiusa ai fedeli. A monte di Ripoli un pilone del viadotto Rio Piazza su cui corre la vecchia Autostrada del sole, aveva iniziato a muoversi (oltre 10 cm dal 2011) assieme alla frana. E ancora adesso, sebbene più lentamente, si muove verso valle. Da anni il Comitato Autosole, formato da diversi ripolesi, si batte per i propri diritti. Nel 2011 aveva fatto denuncia ai Carabinieri di Vergato e ne era nata un’inchiesta della procura della Repubblica di Bologna, che non ha mai portato ad alcun indagato, ma ha certificato che la frana è stata riattivata dagli scavi.

Lo stesso, Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade, a marzo 2015 aveva ammesso un raddoppio dei costi della Variante di valico da 3,5 a 7 miliardi di euro: “La Variante – aveva detto – è stata progettata negli anni 90, io non c’ero, sicuramente col senno di poi oggi la progetteremmo in maniera differente, più in galleria e più profonda”. Una perizia del tribunale civile di Roma ha però spiegato che ancora fino al 2007-2008 (gli scavi iniziarono dopo) un monitoraggio più approfondito avrebbe portato a scoprire che la riattivazione delle frane era “sia possibile che probabile” e “che se considerata avrebbe probabilmente indotto a fare scelte progettuali diverse” per la galleria Val di Sambro.

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