Via libera in Grecia alle unioni civili per le coppie omosessuali. Il parlamento ha approvato a larga maggioranza una legge che le legalizza, a due anni dalla condanna di Atene da parte del tribunale europeo dei diritti umani per discriminazione.

In un risultato annunciato, i parlamentari hanno votato 193 a favore al disegno di legge per estendere le unioni civili alle coppie dello stesso sesso. Solo 56 i voti contrari, tra cui i nazionalisti di destra di Anel, formazione del governo rosso-nero con la sinistra radicale di Syryza del premier Alexis Tsipras. Disposizioni in materia di diritto di famiglia che avrebbero potuto aprire la strada ad applicazioni di adozione da parte di coppie omosessuali sono state ritirate prima del voto.

“Questo è un giorno importante per i diritti umani”, ha affermato il primo ministro Tsipras, spiegando che la legge difendere il diritto delle persone alla parità “indipendentemente dal sesso e dall’orientamento sessuale” e mette la parola fine a “un periodo di arretratezza e vergogna per lo Stato”. La legge approvata ieri sera, cerca di affrontare le omissioni della legislazione del 2008, che ha riconosciuto la convivenza delle coppie non sposate, ma non gay. Nel 2013, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che escludere le coppie dello stesso sesso dal patto di convivenza era discriminatorio.

La nuova normativa risolve tutti i problemi di natura legale, come eredità e assistenza medica, ma non prevede la possibilità di adottare bambini. Tutte le disposizioni in materia sono infatti state ritirate prima del voto per favorire l’accordo. La Grecia, anche per via dell’opposizione dell’influente Chiesa ortodossa, era uno degli ultimi paesi europei in cui le coppie omosessuali non ricevevano alcuna forma di riconoscimento ufficiale. Nel corso del dibattito, diverse centinaia di persone hanno marciato sotto lo slogan “L’amore non è un peccato”.

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