A danno fatto, dopo che gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche salvate per decreto hanno perso tutto, la Banca d’Italia si prepara a sanzionare di nuovo il vecchio consiglio di amministrazione di Banca Etruria, presieduto da Lorenzo Rosi con Pier Luigi Boschi vicepresidente. Lo riportano diversi quotidiani tra cui il Corriere della Sera, secondo cui le nuove multe in arrivo sono l’esito dell’ultima ispezione, quella terminata il 27 febbraio di quest’anno e sfociata nel commissariamento dell’istituto. Il verbale ispettivo di Palazzo Koch, secondo il Corriere, contesta tra il resto la violazione delle norme sul conflitto d’interessi: 13 amministratori e cinque sindaci cumulavano 198 posizioni di fido per un totale di 185 milioni di euro.

Nel filone per conflitto di interessi i finanziamenti alla Castelnuovese di Rosi – Particolarmente delicate la posizione di Rosi, in particolare per l’esposizione della banca nei confronti della cooperativa di costruzioni Castelnuovese, e quella del consigliere Luciano Nataloni, a cui stando al verbale ispettivo sono riconducibili “nove posizioni, di cui due a sofferenza per una perdita totale per la banca di 5,4 milioni”. Sull’ipotesi di conflitto di interessi, oltre che sull’ostacolo alla vigilanza e l’emissione di fatture false (questi due fascicoli sono stati chiusi), indaga come è noto la procura di Arezzo.

Indagati per le false fatturazioni anche gli ex vertici della Methorios capital di Marchini – Nel filone per false fatturazioni sono indagati, secondo La Stampa, anche Fabio Palumbo e Ernesto Mocci, ex presidente e ad di Methorios Capital, partecipata da Alfio Marchini. La banca d’affari romana ha reso noto che hanno ricevuto un avviso di garanzia in cui si ipotizza l’emissione di due fatture destinate a Popolare dell’Etruria per operazioni inesistenti che avrebbero comportato per la banca una indebita deduzione ai fini fiscali per circa 75mila euro su imposte dirette e circa 49mila euro su Iva.

Consulenze, maxi liquidazioni e premi – Ma agli ex vertici sono contestate da Bankitalia anche le consulenze per 15 milioni di euro, la liquidazione di 900mila euro concessa nel 2014 all’ex direttore generale Luca Bronchi, che ha lasciato l’istituto nel luglio del 2014 dopo sei anni, e i premi per un totale di 2 milioni di euro dati al personale della banca. Il quotidiano di via Solferino cita anche la gestione inefficiente dei crediti difficili del gruppo, per circa due miliardi.

Il procedimento disciplinare della Vigilanza è arrivato al termine solo ora, a valle appunto del salvataggio della vecchia Banca Etruria e della nascita al suo posto di una good bank presieduta da Roberto Nicastro. Le contestazioni sono state già formalizzate agli interessati e a breve dovrebbero essere quantificate le multe. Che seguono quelle per complessivi 2,5 milioni comminate nel 2014, quando il padre del ministro Boschi era stato chiamato a pagare 144mila euro per “violazioni di disposizioni sulla governance, carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nella gestione nel controllo del credito e omesse e inesatte segnalazioni alla vigilanza”.

Aggiornamento del 24 febbraio 2019

Il gip di Arezzo ha archiviato la posizione di Pierluigi Boschi dall’accusa di falso in prospetto, nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta della procura di Arezzo su Banca Etruria

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