Prima il concorso per eleggere la peggiore prima pagina, ora il lamento perché i giornali che non raccontano quello che “davvero succede” alla Leopolda. Il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi saluta con un post su facebook la chiusura della convention di Firenze. Esalta i primati della sesta edizione (“Il maggior numero di partecipanti di sempre), ma rinnova la sua insofferenza per quello che scrivono i giornali. “Sono davvero felice di questa esplosione di buona politica – scrive il capo del governo – Sui giornali, come sempre, si è parlato di altro: soprattutto di banche. Ormai è una caratteristica della Leopolda: mentre i partecipanti discutono di politica, i media affrontano solo ciò che può essere ‘vendibile’ dai giornali” scrive il presidente del Consiglio. Renzi aggiunge che quest’anno l’obiettivo del lavoro dei giornali erano “le banche, lo scorso anno il rapporto con la Cgil, due anni fa lo scontro nel Pd, tre anni fa il potere della finanza. Sono le regole della comunicazione e noi le rispettiamo. Ma questo non toglie che siano stati tre giorni fantastici, pieni di idee, sogni e progetti”. Un posto in cui “politica non è una parolaccia”, tanto che – annuncia il leader democratico – la Leopolda si farà “in mille città” in vista del referendum costituzionale “perché c’è bisogno di luoghi in cui si parla di politica senza urlare, senza gridare, senza strumentalizzare”.

La Leopolda6 si è chiusa con il maggior numero di partecipanti di sempre. Sono davvero felice di questa esplosione di…

Posted by Matteo Renzi on Lunedì 14 dicembre 2015

Ma questa nuova tendenza renziana nel rapporto con i giornali provoca la reazione della Federazione della Stampa, il sindacato dei giornalisti, che si concentra in particolare sulla “gara” con le prime pagine del Fatto, del Giornale e di Libero (con una prevalenza di quelle del Fatto).Mettere alla berlina i giornali e i giornalisti scomodi, agitando bavagli più o meno mascherati, è tipico dei regimi – afferma in una nota il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso – L’iniziativa del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, di redigere la classifica di quelle che, a giudizio suo e dei suoi sostenitori, sono le peggiori prime pagine dei giornali italiani, qualifica chi l’ha proposta e si inserisce nella peggiore tradizione della politica italiana”. Per Lorusso “dall’editto bulgaro di Berlusconi alle scomuniche di Beppe Grillo, fino ad arrivare all’ultima sortita del presidente Renzi, solo per restare ai casi più recenti, c’è un filo rosso che attraversa trasversalmente la politica italiana: l’avversione alla stampa non allineata al potere in carica. Politici e governanti devono farsene una ragione: una stampa libera è il presupposto di qualsiasi sistema democratico e chi tenta di asservirla o di ridurla al silenzio perde soltanto il proprio tempo. Va comunque tenuta alta la guardia sui sempre più frequenti tentativi di intimidazione ai giornalisti da parte di esponenti della classe politica, evidentemente allergici alla circolazione delle idee e delle notizie”. La Fnsi ha espresso solidarietà a giornali e giornalisti coinvolti.

Articolo Precedente

Elezioni Varese, primarie Pd: battuto Marantelli. Vince Galimberti (che già pensa al partito della nazione)

next
Articolo Successivo

Banche, qual è il peso che hanno avuto nell’ascesa di Renzi?

next