La ministra Beatrice Lorenzin ha rotto il silenzio sul “macello degli orrori” Italcarni di Ghedi in provincia di Brescia. Con una comunicazione apparsa ieri sul sito del ministero della Salute, la titolare della Salute rende pubblico che ha disposto una “Task Force Ministero – Nas” per verificare lo stato dei controlli sui macelli di bovini nel Bresciano. La presa di posizione della ministra fa seguito alla pubblicazione su Servizio Pubblico e su ilfattoquotidiano.it delle immagini di quello che succedeva nello stabilimento dove, secondo la Procura di Brescia, gli animali venivano maltrattati e la carne venduta era contaminata. E sembra una risposta anche ai 150.000 cittadini che sulla piattaforma di petizioni online Change.org si rivolgevano direttamente alla ministra chiedendole una commissione d’inchiesta. 

Ora gli occhi sono puntati sulla Asl di Brescia. Non solo perché fra gli indagati del processo che si aprirà il 12 febbraio ci sono i due veterinari che avrebbero dovuto vigilare sul macello. Ma perché la disposizione della ministra sembra essere un commissariamento di fatto della Asl, a un mese dalle nomine dei vertici. La Lorenzin infatti vuole verificare “la corretta ed efficace programmazione ed esecuzione delle attività di vigilanza da parte delle autorità sanitarie locali competenti territorialmente”, e si riserva “di intraprendere altre iniziative, di carattere generale, anche alla luce delle risultanze degli accertamenti disposti”. A questo si aggiunge il fuoco di fila dei 5 Stelle, che sia in Parlamento che in Regione hanno tirato in ballo il direttore generale della Asl Carmelo Scarcella, chiedendogli se fosse a conoscenza della mancanza di controlli di cui sembra beneficiasse il macello Italcarni. Fuoco di fila a cui si è unita recentemente anche la parlamentare bresciana del Pd Miriam Cominelli.

Resta inoltre un altro quesito, su cui la Lav sta battendo da mesi e a cui soltanto la ministra Lorenzin e il presidente Maroni potrebbero rispondere: che fine hanno fatto le vacche a terra che prima venivano macellate a Italcarni? Il “macello degli orrori” sarebbe stato l’unico a utilizzare catene e muletto per macellare i bovini, o ci sono altri macelli che utilizzano queste pratiche che sono delle vere e proprie torture? E la carne in commercio è sicura? 

Da parte nostra possiamo dirvi che continueremo a seguire il caso. E ci teniamo a ringraziarvi, perché grazie al vostro interesse e sdegno le immagini degli animali maltrattati sono arrivate fin dentro il palazzo. E speriamo che possano segnare un vero e proprio cambiamento, per il benessere degli animali e per la sicurezza della carne in commercio.

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