Sono quasi tutti provenienti dalla Toscana i cittadini che si sono ritrovati a Roma, sotto Montecitorio, per manifestare contro il decreto Salva-Banche che ha messo in salvo i correntisti ma non gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati di Banca delle Marche, Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti. “Ho perso 60mila euro, mia sorella 10mila e mia mamma 20mila con Banca Etruria“, racconta una signora che arriva dalla provincia di Firenze. Tutti i presenti a Montecitorio denunciano di non essere stati avvertiti del rischio in cui potevano incorrere: “Mi ha chiamato direttamente il direttore della banca – spiega una donna – e ci ha detto che avevamo troppi risparmi e dovevamo investirli ma pensavo che in qualsiasi momento avrei potuto ritirare i miei soldi”. “Ma chi l’ha votato Renzi, chi?”, chiede un altro risparmiatore toscano che ha perso i suoi risparmi in Banca Popolare dell’Etruria, uno dei quattro istituti interessati dal decreto Salva banche. “Io ho sempre votato Pd ma Berlusconi era meglio di Renzi“, afferma ancora e rivolgendosi verso la Camera. “Vorrei sapere quanto ci ha rimesso il padre della Boschi“, aggiunge con riferimento al genitore del ministro per le Rifrome, che è stato vicepresidente di Banca Etruria prima del suo commissariamento

 

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Banche, amministratori e banchieri miopi

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Salva banche, M5S in piazza: “Politica incapace o complice. A rischio due istituti veneti”

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