La polizia della regione sudorientale cinese del Guangdong ha sgominato un’organizzazione criminale coinvolta nella tratta di esseri umani. Si tratta dell’operazione più grossa in quest’ambito mai condotta all’interno dei confini della Repubblica popolare. Secondo gli investigatori, la banda ha guadagnato 32 milioni organizzando l’uscita illegale dal paese di 32mila cinesi, la maggior parte (il 70 per cento) ventenni in cerca di lavoro nelle Americhe. Nel 2013 un’organizzazione simile era stata individuata dalle polizie francesi e spagnole. Per 50mila euro aiutavano i migranti cinesi a raggiungere l’Europa o gli Usa.

La notizia, riportata dal Guangzhou Daily, parla di 22 arresti e della confisca di 35mila visti e 270 timbri ufficiali falsificati. Le autorità hanno inoltre congelato diversi conti in banca per un totale di 1,6 milioni di euro. “Se non li avessimo sgominati, in un paio d’anni avrebbero sviluppato un immenso traffico specializzato all’emigrazione verso il Sud e il Nord d’America” si legge sullo stesso articolo che cita un funzionario di polizia che ha chiesto di rimanere anonimo.

La figura chiave nell’indagine è un falsificatore di documenti noto solo attraverso il suo cognome: Li. Il braccio operativo dell’organizzazione malavitosa un’agenzia di viaggio della città meridionale di Shenzhen di cui non si conoscono altri dettagli. L’operazione di polizia sarebbe cominciata a febbraio dell’anno scorso quando gli ufficiali della dogana che separa Shenzhen da Hong Kong hanno trovato alcuni indizi che li hanno portati a 12 migranti in possesso di visti falsi per un non meglio specificato paese del Sud America. Una soffiata li avrebbe poi informati di una riunione di un hotel di Shenzhen a luglio scorso. In quella occasione si sarebbero organizzate operazioni in 25 città differenti che avrebbero portato all’arresto di 198 sospetti e alla confisca di 35 veicoli.

Ai media non sono stati rilasciati altri dettagli. Sappiamo però che nel 2013 un’operazione congiunta delle polizie francesi e spagnole ha portato all’arresto di 75 sospetti in Spagna e Francia per traffico di esseri umani. Quest’ultima organizzazione faceva pagare ai migranti tra i 40 e i 50mila euro per raggiungere l’Europa e il Nord d’America. Le indagini erano durate un paio d’anni e si era scoperto che la rete criminale metteva a disposizione dei migranti un “compagno di viaggio” che conosceva il territorio e li avrebbe guidati per tutto il viaggio.

Il prezzo da pagare dipendeva dalle difficoltà riscontrate nei viaggi precedenti. Nella maggior parte dei casi i migranti venivano spinti ad accodarsi ai gruppi organizzati per passare inosservati ai controlli doganali negli aeroporti. L’hub più utilizzato era El Prat a Barcellona dove una nuova organizzazione si prendeva carico dei migranti appena arrivati: vitto, alloggio e procura dei documenti per raggiungere la destinazione finale. Nel rapporto stilato all’epoca dalla polizia spagnola si legge che erano stati confiscati 81 passaporti falsi tutti di paesi asiatici: Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud, Malesia, Giappone e Singapore. Sempre secondo lo stesso rapporto “i cittadini cinesi raggiungevano sotto falsa identità Stati Uniti, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda e Turchia”.

di Cecilia Attanasio Ghezzi, da Pechino

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