Nonostante il contratto già firmato, il colosso bolognese Ccc perde il mega appalto da 288 milioni di euro, tra i più cospicui della Puglia, per la realizzazione della nuova statale 275, che collegherà tramite quattro corsie Maglie con Santa Maria di Leuca, nel Salento. Il cantiere d’oro dovrà passare nelle mani del raggruppamento Matarrese-Coedisal, al netto, però, di un ripensamento clamoroso da parte di Anas, visto che sulla questione pesano come un macigno le indagini di due Procure e le intercettazioni di Antonella Accroglianò, la “dama nera”, che ha definito quell’opera “la vergogna delle vergogne”. “Andremo avanti, nonostante le inchieste” ha tuttavia assicurato Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario alle Infrastrutture, solo dieci giorni fa.

LA GUERRA LEGALE – Oggi a pronunciarsi è stato, per l’ultima volta, il Consiglio di Stato: ha accolto i ricorsi in appello di Matarrese-Coedisal e di Anas. Entrambi avevano impugnato la sentenza emanata a luglio dal Tar di Lecce. Cosa diceva? Per capirlo, bisogna fare un passo indietro. Il braccio di ferro tra i due giganti dell’edilizia è già approdato una prima volta di fronte ai giudici amministrativi di secondo grado, che nel luglio 2014 hanno sentenziato: la gara di Anas è stata viziata dalla “macroscopicità delle illegittimità rilevate” e ad aggiudicarsela non avrebbe dovuto essere Ccc, bensì Matarrese, quarta arrivata. Il Consiglio di Stato, tuttavia, non ha potuto depennare l’accordo già sottoscritto con Ccc, ma ha fatto salva la possibilità che l’Anas procedesse “ad eventuale annullamento in autotutela dell’aggiudicazione ed alla conseguente risoluzione del contratto”. E così è stato. In questo modo, ha evitato di corrispondere al gruppo barese un risarcimento danni pari a circa 10 milioni di euro.

Quel provvedimento, datato 11 marzo 2015, è stato poi impugnato dinanzi al Tar di Lecce, che ha dato ragione a Ccc, difesa dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani: Anas non avrebbe potuto stralciare l’accordo, poiché, a suo dire, a dover prevalere è l’interesse generale alla “celere esecuzione di un’infrastruttura strategica di interesse nazionale”. Adesso sono stati ribaltati i termini. Le motivazioni non si conoscono ancora, ma il dispositivo della sentenza annuncia l’accoglimento degli appelli “quanto all’esercizio dei poteri di autotutela”. Dunque sì, Anas poteva annullare quel contratto. Ma lo ha fatto nel modo giusto? O dovrà riscrivere l’atto di marzo?
“In via deduttiva – spiega Pietro Quinto, legale di Matarrese-Coedisal – si comprende che il Consiglio di Stato ha detto che è stato fatto un provvedimento di autotutela scarsamente motivato e che, dunque, va rettificato”. La palla torna nelle mani di Anas per un ulteriore passaggio, prima di dare il via ai cantieri. Andrà tutto liscio?

LE INCHIESTE PENALI – “Ora pure lì succede qualche cosa… tu vedrai eh! Quella è la prossima bomba che arriva… è Santa Maria di Leuca. È la vergogna delle vergogne”. Parola di Antonella Accroglianò, la “dama nera” di Anas. L’intercettazione, carpita l’8 gennaio scorso, all’indomani del crollo del viadotto siciliano di Scrocchiavalle, è contenuta negli atti dell’indagine capitolina sulle presunte tangenti in Anas. Un capitolo intero, quasi completamente coperto da omissis, è dedicato alla 275. Qual è la “bomba” a cui si fa riferimento? Non si sa. Ciò che è certo, però, è che due mesi prima l’allora presidente Pietro Ciucci risultò indagato per abuso d’ufficio proprio nell’ambito dell’inchiesta relativa alla progettazione della Maglie-Leuca. È questo il cuore del fascicolo aperto a Roma e nelle mani del pm Alberto Galanti. A Lecce, invece, il pm Valeria Mignone ne sta portando avanti un altro sui reati ambientali: almeno due discariche di rifiuti tossici sono state ritrovate lungo il futuro tracciato della statale, senza che fossero mai state segnalate dai sindaci.

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