“Parigi a lutto, la torre senza luci. 158 morti. Questo è solamente l’inizio (…). Voi avete continuato a bombardare e allora questo è il risultato”. È questo il tenore dei messaggi su Facebook condivisi da Samet Imishti, il kosovaro arrestato dalla Digos di Brescia e dai reparti speciali della Direzione nazionale antiterrorismo della Kosovo Police con l’accusa di terrorismo. Imishti, che prima di tornare in Kosovo faceva base a Chiari, nel bresciano, era molto attivo su Facebook sul gruppo “Me ose, pa ty – Hilafeti eshte rikthy!” (“Con te o senza di te il califfato è ritornato!”), destinato a balcanici residenti in Italia e utilizzato per un’attività di propaganda riconducibile a Daesh. Nell’abitazione di Imishti, in provincia di Brescia, è stato rintracciato il fratello Ismail, raggiunto da un provvedimento di espulsione dirmato dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano per motivi di terrorismo.

Tra i post di Samet Imishti sono state trovate anche minacce contro il Papa: “E adesso dove andrai? Ricordatevi che non ci sarà più un Papa dopo questo, questo è l’ultimo. Non dimenticatevi ciò che vi sto dicendo!”. Altri utenti facevano riferimento all’Europa e alla Francia: “L’Europa verrà disgregata, mentre entro cinque anni si formeranno gli stati islamici e ci sarà una legge, quella della Sharia”; “Dio distrugga la Francia, oh Signore, che fino a ieri i suoi aerei in Siria non hanno lanciato caramelle”.

Alcuni messaggi erano diretti contro l’ambasciatrice Usa in Kosovo, Tracey Ann Jacobson: “L’ebrea americana dice che il nuovo governo combatterà la corruzione (…) questa miscredente merita la punizione con la Sharia”. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate armi ed elementi che collegano gli indagati al “noto terrorista kosovaro del Daesh, Lavdrim Muhaxheri”.

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