Cade un altro dei proclami di trasparenza e meritocrazia del Governatore Pd Vincenzo De Luca, e in Regione Campania si allargano le maglie per parenti e affini. L’11 novembre l’ufficio di presidenza del consiglio regionale ha licenziato una norma che riammette comandi, distacchi e contratti esterni negli uffici politici dell’ente per i parenti di terzo grado (zii, nipoti e bisnipoti, per intenderci) dei consiglieri regionali. Il ‘nipotismo’ di ritorno: nell’ottobre 2013, giunta Caldoro, l’ufficio di presidenza del consiglio regionale a maggioranza azzurra aveva posto questo paletto che andava oltre le norme del codice civile. Un paletto abbattuto poche settimane fa da un ufficio di presidenza stavolta a maggioranza centrosinistra, con un provvedimento che abroga la vecchia delibera e ripristina lo status quo precedente.

Lo riferisce Il Mattino in un articolo di Fulvio Scarlata, dove si dà spazio alla vicenda riportando le dichiarazioni di due consiglieri regionali campani che di assunzioni di familiari in Regione ed enti collegati se ne intendono. Il primo è Luciano Passariello (Fratelli d’Italia): la moglie, Francesca Schettini, è stata assunta un anno fa a Campania Ambiente, la partecipata istituita da Caldoro per racchiudere le aziende regionali in via di liquidazione. Il secondo è Massimo Grimaldi (Lista Caldoro), questore con delega al Personale dell’ufficio di presidenza: la moglie Alessandra Cappabianca, giornalista professionista ed esperta di uffici stampa, negli anni scorsi per un periodo fu portavoce del presidente del consiglio regionale, Paolo Romano (Ncd). Due assunzioni legittime, a persone qualificate e in possesso dei titoli richiesti.

Due assunzioni che però suscitarono mugugni sotterranei. Ora a sollevare la polemica sul ‘nipotismo’ è Passariello: “Francesca Schettini fu assunta in Recam (poi Astir), una partecipata della Regione, diversi anni fa, prima che diventasse mia moglie. Il suo contratto in Campania Ambiente è il normale sviluppo di quell’assunzione, è la partecipata dove sono confluite tutte le società in liquidazione”. Poi l’attacco politico: “Una decisione così importante doveva passare per l’aula, perché così ci si espone a critiche. Io ho una moglie assunta in una partecipata ma non è giusto che venga in consiglio”. Già: marito e moglie non sono né parenti né affini, in teoria il ‘comando’ del coniuge è possibile. Secca la replica a Passariello di Grimaldi: “Abbiamo solo omologato la legge regionale a quella nazionale, ci sono norme del codice civile, nessuna interpretazione, abbiamo solo tutelato la Regione Campania da eventuali ricorsi per esclusioni che non hanno fondamento legale”. Poi un modo per aggirare leggi e norme c’è sempre, come ricorda Grimaldi: scambiarsi le assunzioni dei parenti tra i diversi gruppi consiliari. In passato si è fatto. Ma ora il clima è cambiato. Da registrare, inoltre, la presa di posizione del Movimento 5 Stelle: “L’allentamento delle maglie sui legami di parentela può spalancare le porte a una nuova parentopoli” ha detto Maria Muscarà, secondo cui “questa nuova decisione dell’Ufficio di Presidenza può essere causa e fonte di nuovi scandali che potrebbero investire il Consiglio regionale con l’ingresso negli sfatto di figli, genitori, zii, cugini”.

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