Il discorso del presidente della Repubblica François Hollande davanti alle famiglie delle vittime, ai feriti e ai rappresentanti politici (compreso il Front National) e poi il suono della Marsigliese. A due settimane dagli attentati del 13 novembre che hanno travolto Parigi, la Francia piange i suoi morti. Mentre i raduni pubblici continuano a essere vietati per motivi di sicurezza, venerdì 27 novembre (ore 10.30) sarà la corte interna dell’Hotel des Invalides a ospitare la commemorazione funebre. Non ci saranno i cittadini francesi che avrebbero voluto presenziare in massa alla manifestazione (esporranno una drappo tricolore “bleu-blanc-rouge” dalle finestre delle proprie case), ma nemmeno le famiglie di due delle vittime degli attentati. I parenti di Xavier Prevost e Jean-Marie Peretti infatti hanno deciso di boicottare la cerimonia, criticando le mancanze dello Stato nel prevenire gli attentati.

Hollande ha deciso di aspettare due settimane prima di ricordare le vittime perché tutti i cadaveri fossero riconosciuti e per permettere alle famiglie di fare prima le cerimonie funebri private. Il luogo scelto per la commemorazione ha un forte significato simbolico: si tratta del posto che in passato ha ospitato i soldati invalidi e proprio qui si trovano le tombe di Napoleone e di numerosi eroi di guerra. In quella cornice saranno ricordate le vittime degli attacchi nella metropoli che, in un clima di forte preoccupazione nazionale, vengono così paragonati ai militari caduti in battaglia. Sarà presente anche la leader del Front National Marine Le Pen. Il partito di estrema destra a gennaio scorso aveva deciso in segno di polemica di non partecipare alla marcia dopo gli attentati che colpirono il settimanale Charlie Hebdo. Fra poco più di due settimane la Francia dovrà affrontare le elezioni regionali e il Fn, che dopo gli attacchi vola nei sondaggi, cerca di conservare una veste strategicamente istituzionale.

In platea non ci saranno invece le famiglie di due delle vittime. La sorella di Xavier Prevost, morto a 29 anni negli attentati del 13 novembre scorso, ha infatti scritto una lettera aperta in cui critica il comportamento dello Stato: “Chiediamo”, si legge, “di boicottare la cerimonia perché dagli attentati del 7 gennaio scorso la Francia non ha fatto nulla; perché in Francia è possibile essere in contatto con un gruppo terrorista, viaggiare in Siria e tornare, liberamente; perché in Francia persone segnalate come ‘pericoli per la sicurezza pubblica’ circolano senza problemi, usano i mezzi di trasporto che preferiscono, affittano macchine e lavorano al nostro fianco; perché in Francia 89 moschee sono segnalate come radicali, ma si è dovuto aspettare gli avvenimenti tragici del 13 novembre per porsi la questione della loro chiusura”. Per questi motivi, si legge nel testo scritto dalla sorella di Prevost, boicotteranno la cerimonia: “Signor presidente, signori politici non vogliamo la vostra mano tesa e vi consideriamo responsabili di quello che è successo. Bisognava agire prima. Gli attentati del mese di gennaio sarebbero dovuti bastare”.

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