“Abbiamo avuto gli atti del processo stamattina, non è permesso averne copia, non ho potuto avere a fianco un mio avvocato di fiducia ma è stato scelto dalla Sacra Rota e l’ho conosciuto stamane”. Questo è il racconto dei due giornalisti, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi a termine della prima udienza in Vaticano dove sono sotto processo per la divulgazione di documenti segreti contenuti nei loro libri, Via Crucis e Avarizia. “La sentenza è attesa prima dell’otto dicembre, magari il processo italiano fosse così celere, ne saremmo tutti contenti”, afferma Nuzzi. “E’ una situazione kafkiana, le accuse sono generiche, non abbiamo rubato nulla, non abbiamo fatto pressioni di nessun tipo, ogni diritto difesa è stato leso, vanno sotto processo due libri, chi racconta le magagne e non i mercenari del tempio”, sostiene Fittipaldi. “Siamo sotto processo per un reato che in Italia non esiste in uno Stato dove la libertà di stampa non c’è, dallo Stato italiano per adesso solo un silenzio assordante, ma anche dall’Ordine dei Giornalisti. “Io sono sereno, non ho nulla da nascondere, seguirò ogni udienza, voglio essere prosciolto, la verità deve emergere, nessuna delle notizie divulgate sono state contestate, non sono un’eroe o un martire ma un semplice cronista che ha fatto il suo lavoro, io pubblico le notizie che hanno rilevanza pubblica, non mi sembra un segreto di Stato quanto costa l’appartamento del Cardinal Bertone o dove finiscono i soldi delle offerte”, chiosa Nuzzi  di Irene Buscemi

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Vatileaks, Nuzzi e Fittipaldi al processo: “Non siamo martiri ma solo giornalisti”. I giudici respingono richiesta di nullità

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