Crac 1

Lamezia Terme: città giovane, nel cuore della Calabria, luogo non facile in quanto a presenza della criminalità organizzata, terra di contrapposizione fra ‘ndrine (Torcasio e Giampà), due consigli comunali sciolti per mafia (1991 e 2002) e un nuovissimo spazio di condivisione e socialità. Siamo nel Centro di Ricerca delle Arti Contemporanee (Crac), nato grazie a un bando di finanziamento per start-up su impulso di Nicoletta Grasso: attrice, performer, curatrice. Giovane, determinata, superbrillante, soprattutto coraggiosa, Nicoletta aveva lasciato la Calabria subito dopo la maturità. Oggi è ritornata e, in controtendenza con la diaspora da fuga di cervelli, rappresenta un positivo segno di migrazione di ritorno.

Crac ha iniziato le sue attività quest’estate con Frac, il Festival di Ricerca per le Arti Contemporanee che, alla sua I Edizione, lo scorso luglio. E’ stato crocevia tra il territorio e i nuovi linguaggi performativi della musica e delle arti figurative. Un percorso tra audio video, visual e performing art che ha ospitato i live di Ghostpoet, Koreless, Voices From The Lake… Teatro lo splendido scenario medievale di Ajeta (81 Km da Cosenza, poco più di 100 dai suggestivi Sassi di Matera), la “città dell’aquila” che s’affaccia sul mar Tirreno, di fronte all’isola di Dino, dal 2013 tra i borghi più belli d’Italia anche per quei magnifici portali disseminati nel centro storico, opera tra il 700 e l’800 di maestri scalpellini locali.

Per la prima rassegna A Burning Autumn Under A Southern Sky, che ospita da ottobre e fino a dicembre artisti di fama nazionale e internazionale provenienti da diversi ambiti, sono stati scelti due luoghi: lo spazio Crac, 450 mq in una ex scuola d’informatica riconvertita e completamente recuperata e il Teatro Grandinetti, storico palcoscenico regionale di Lamezia Terme. “Il rapporto fra Crac e territorio – dice sorridendo Nicoletta – mi fa venire in mente la convivenza tra una persona che parla solo sanscrito ed una che parla solo italiano: la comunicazione è difficile ma ci si può trovare insieme attraverso altri linguaggi espressivi, non orali. Questo per dire che la tipologia di prodotto che offriamo a Crac non è massimale né, a volte, facilmente comprensibile. Ci pensavo l’altro giorno quando spiegavo l’installazione dei Quiet Ensemble, “Decano”, a un gruppo d’imprenditori calabresi: dieci pesci rossi, dieci suoni, due telecamere che captano il movimento dei singoli pesci e con tutto ciò si ottiene una sinfonia estemporanea. Molti erano incuriositi, la maggior parte, molti sorridevano, e altri mi chiedevano spiegazioni dettagliate sul funzionamento. Beh, di certo non è il classico spettacolo che vai a vedere a teatro, o la solita mostra… richiede sicuramente uno sforzo in più, un po’ di curiosità in più che non tutti hanno al giorno d’oggi. Detto ciò devo dire che il nostro target è molto ampio: abbiamo adolescenti, 30enni e under 50, un bel mix! Il territorio è molto entusiasta di Crac, molta gente mi scrive ed è chiaramente felice che esista un centro così in Calabria, soprattutto a Lamezia”.

Un programma incalzante. Tra gli appuntamenti da non perdere la mostra (fino al 27 novembre) a cura di Daniele Spanò, di formazione scenografo, regista e artista visivo, autore di video-installazioni mentre sabato 28 (fino al 6 dicembre) l’opening della mostra fotografica Bring back those colours di Jacopo Brogioni, giovane fotografo di scena con la passione del viaggio, che spesso s’è trasformato in progetto fotografico come nel caso degli scatti a sostegno di un Nepal che è diventato set, raffigurato nel pre e post sisma. Il 5 dicembre, la sola data calabrese degli Snow In Mexico, band romana che mescola il rock all’elettronica mentre lunedì 21 dicembre la mostra di AuroraMeccanica, collettivo di produzione d’audiovisivi con installazioni interattive che prevedono il coinvolgimento emotivo del pubblico. Nella stessa serata un live di Attilio Novellino, musicista catanzarese che lavora nel campo della musica sperimentale utilizzando strumenti analogici e digitali, registrazioni sul campo, dure distorsioni. E ancora, il 28 dicembre la mostra fotografica di Serena Belcastro e il live elettroacustico di Years Without Days. “Sono felicissima di avere Serena qui a Crac – si lascia scappare Nicoletta – una donna forte, una gran lavoratrice visionaria”. Infine dall’8 al 17 gennaio Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, la cui ricerca visiva si integra con le discipline performative, la danza e l’indagine sullo spazio scenico. “In realtà ci sarebbero altre chicche da rivelarvi – conclude sorridendo alla fine d’una lunga chiacchierata davanti ad un caffè strettamente al ginseng – ma non le dico perché ci stiamo lavorando. Per il resto vi aspetto a Crac. Siate curiosi!”.

Un progetto indipendente, un work in progress. Una realtà a sostegno d’una gioventù d’artisti per una giovane generazione d’utenti. Una cifra importante, in tempi in cui giovani jihaidisti sparano sulla musica e uccidono, a Parigi, altri giovani loro coetanei. Davvero un bel messaggio da questa Calabria giovane.

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