Era la sera del 29 giugno 2014 quando l’iracheno Abu Bakr al Baghdadi annunciò la nascita del Califfato, dello Stato islamico. Il mondo occidentale non capì subito cosa questo avrebbe potuto comportare, né che la sua nascita era stata favorita dalla scelta di alcuni paesi della comunità internazionale di alimentare e finanziare una opposizione al regime siriano di Bashar Al Assad, anche se radicale e integralista. Ma a differenza di Al Qaeda, il Daesh (nome arabo dell’organizzazione) si è subito presentato con una capacità di irradiare dal basso il mondo intero di azioni terroristiche. Ha saputo gestire a livello globale le iniziative dei lupi solitari.

Australia, 23 settembre 2014 – Il primo episodio che sicuramente va ascritto a questa strategia risale al 23 settembre 2014, quando due poliziotti australiani sono stati accoltellati a Melbourne, da un estremista islamico noto alle forze di polizia locale.

Il 20 ottobre 2014, in Canada, alla periferia di Montreal, un giovane convertito all’islam, Martin Rouleau, ha investito con la sua auto due militari canadesi, uccidendone uno e ferendo l’altro. Inseguito, è stato poi ucciso dalle forze di polizia. Il ragazzo sulla copertina della pagina di Twitter aveva messo il logo dello Stato Islamico.

Canada, 22 ottobre 2014 – Ad Ottawa, sempre in Canada, il 22 ottobre 2014, Michael Zehaf Bibeau, dopo aver assassinato un militare di guardia al National War Memorial, ha provato a entrare nel Parlamento dove, intercettato, è stato ucciso da un addetto alla sicurezza. I due episodi sono stati rivendicati dal portavoce dell’Is.

New York, 23 ottobre 2014 – Un salto a New York. Il 23 ottobre 2014 un convertito all’islam ha attaccato con un’ascia quattro poliziotti, ferendone due. Dall’altra parte del mondo, in Australia, il 16 dicembre 2014, a Sydney, un cittadino iraniano convertitosi alla fede sunnita ha preso in ostaggi i clienti e i dipendenti del Lindt Chocolate Café uccidendone due.

Francia, 20-21 dicembre 2014 – È il 20 dicembre 2014, in Francia, un uomo assalta con un coltello tre funzionari di polizia (ferendone due in modo grave) all’interno di un Commissariato di Polizia a Joué-les-Tours, gridando “Allahu Akbar”. L’assalitore è stato ucciso dagli stessi poliziotti aggrediti.

Il 21 dicembre 2014, sempre in Francia, un uomo alla guida di un’auto ha puntato sulla folla, a Dijon, ferendo 11 persone. Anch’egli è stato sentito gridare “Allahu Akbar”. Il giorno dopo, a Nantes, stessa scena. Un’auto a folle velocità contro la folla. Bilancio: un morto e nove feriti gravi. Il guidatore si è ucciso con un coltello.

Parigi, 7-9 gennaio 2015: Charlie Hebdo e l’Hypercasher – Arriviamo al 2015. È sempre Parigi sotto attacco. La mattina del 7 gennaio. I fratelli (ambedue nati a Parigi) Said e Cherif Kouachi, di 34 e 32 anni, armati di mitra, irrompono nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, uccidendo il direttore, un agente di polizia posto a sua tutela, e diversi redattori e collaboratori della rivista. In tutto, 12 persone, tra cui due agenti di polizia. I feriti sono una ventina. La rivista Charlie Hebdo era già stata minacciata perchè negli anni passati aveva pubblicato vignette anti-islam e su Maometto.

Il 9 gennaio, alle 13,00, Amedy Coulibaly, che il giorno prima aveva ucciso una poliziotta municipale, fa irruzione in un supermercato Kosher a Vincennes, alla periferia della capitale, prendendo in ostaggio diversi clienti. Il bilancio dei morti: 4 clienti uccisi, morto il terrorista e con lui anche i fratelli Kouachi, uccisi dai gendarmi della GIGN una volta usciti dalla tipografia CTD, sita in Dammartin-en-Goele, dove si erano asserragliati.

Copenaghen, 14 e 15 febbraio – Dalla Francia alla Danimarca. Siamo al 14 e 15 febbraio, un giovane danese di origine araba scorso si registrano i due attentati compiuti a Copenaghen ad opera di un 22enne danese di origine araba, Omar Abdel Hamif El Hussein. Il giovane ha aperto il fuoco sulla platea di cittadini che partecipavano alla commemorazione dei morti di Charlie Hebdo. Poi, ha sparato nei pressi di una sinagoga del centro di Copenaghen. Bilancio 2 morti e cinque feriti. El Hussein alla fine è stato ucciso.

Texas, 3 maggio – Il 3 maggio, a Garland, in Texas (USA), due uomini armati di fucile d’assalto si presentano a una mostra di vignette sul Profeta Maometto e aprono il fuoco. I due attentatori sono stati uccisi dalla polizia. Uno dei due, Elton Simpson, poche ore prima dell’azione aveva postato on line il suo giuramento di fedeltà allo Stato Islamico.

Isere, 26 giugno – Torniamo alla Francia. Il 26 giugno, ad Isere, Yassin Salhi, francese, entra nella fabbrica che produce gas industriale, dove lavorava, ed ha prima ucciso e decapitato il titolare dell’azienda, lanciandosi poi alla guida del proprio furgone contro alcuni serbatoi di gas con l’intento, fallito, di farli esplodere. Il terrorista è stato subito arrestato e nella perquisizione a casa sono state trovate schede sim, computer e supporti elettronici. Yassin Salhi non era un perfetto sconosciuto, ritenuto dalle autorità francesi già nel 2011 simpatizzante del movimento radicale islamico Forsane Alizza, ed era finito anche sotto osservazione nel 2014, per aver avuto contatti telefonici con un francese trasferitosi lo scorso anno, insieme alla moglie, in Siria, nella capitale dell’Is, Raqqa.

Tennessee, 16 luglio – Episodi di terrorismo individuale abbiamo visto anche negli Stati Uniti. Il 16 luglio, un uomo ha esploso alcuni colpi di arma da fuoco nel parcheggio del Naval Reserve Center di Chattanooga, nello Stato del Tennesse, centro riservisti della Marina e di addestramento militare. Bilancio della sparatoria: 4 marines uccisi , 3 feriti. L’attentatore, Mohammod Youssuf Abdulazeez, originario del Kuwait, è stato abbattuto dalle forze di sicurezza americane. Era ritenuto dagli investigatori come “affascinato dall’IS”. Nelle ore successive all’attacco il Site, organizzazione che monitora l’attività jihadista sul web, ha rilevato che lo Stato Islamico, tramite il suo account Twitter, ha celebrato l’episodio postando minacce ed immagini, ma nessuna rivendicazione ufficiale.

Treno Amsterdam-Parigi, 21 agosto – A bordo del treno “Thalys” che collega Amsterdam a Parigi, via Bruxelles, alcuni passeggeri sono riusciti a bloccare il 26enne cittadino marocchino Ayoub El Khazzani armato di kalasnikhov, con nove caricatori, e di una pistola, che stava per fare una strage. Anche lui, in passato, era stato segnalato: nel 2014, dall’Antiterrorismo spagnolo perché faceva parte della mouvance jihadista attiva ad Algeciras.

Berlino, 17 settembre – Anche in Germania, il lupo solitario ha colpito. A Berlino. Il 17 settembre scorso, il 41enne cittadino iracheno Rafik Mohamed Yousef ha aggredito, armato di coltello, una poliziotta ferendola con un fendente alla gola rimanendo poi ucciso da un altro operatore di polizia che, intervenuto per proteggere la collega, ha esploso alcuni colpi di arma da fuoco.

Parigi, 13 novembre: 129 morti – L’acmè del terrore firmato Islamic State è storia di questi giorni: il 13 novembre l’organizzazione ha dato prova della propria capacità di colpire l’Occidente con la strage perpetrata nel cuore di Parigi dal gruppo organizzato attorno alla figura di Abdelhamid Abaaoud.

Marsiglia, 18 novembre – Mercoledì, poi, l’ultimo episodio riconducibile al marchio Isis. Un insegnante di una scuola ebraica di Marsiglia è stato ferito da tre uomini: prima di accoltellarlo a un braccio e a una gamba ed essere messi in fuga da un’auto della polizia, i tre hanno insultato la vittima con frasi antisemite e affermando di essere sostenitori dello Stato Islamico.

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