Il gruppo Volkswagen ha annunciato di aver identificato, fra le auto attualmente in vendita (i cosiddetti “model year 2016”), quelli le cui emissioni di CO2 sono state sottostimate del 10-15%. Si tratta di nuove informazioni sul secondo “fronte” dello scandalo Volkswagen, quello che – più della truffa sugli NOx dei diesel scoperta in America – riguarda l’Europa che sulle emissioni di anidride carbonica basa tutti i suoi regolamenti e incentivi. La prima comunicazione su questo argomento era arrivata il 3 novembre ma all’epoca non erano stati diffusi dettagli sui modelli: si sapeva solo che l’irregolarità emersa durante indagini interne riguardava 800.000 auto (anche a benzina) prodotte nell’ultimo biennio.

Il 13 novembre la Volkswagen ha precisato che i veicoli “model year 2016” già venduti e che presentano “dati di CO2 non plausibili” sono approssimativamente 430.000. Si tratta in particolare di 15.733 Audi (tutte A1), 32.161 Seat (Ibiza, Leon, Toledo), 83.282 Skoda (Fabia, Octavia, Rapid, Yeti, Superb), 281.617 Volkswagen e 17.253 Volkswagen Veicoli Commerciali, per un totale di 430.046 unità (qui la lista completa), equipaggiate sia con turbodiesel TDI sia con motori a benzina TSI e TFSI. Fra questi ultimi non c’è unicamente il 1.4 con la tecnologia “cylinder on demand” (ossia, con funzionamento a due o quattro cilindri a seconda delle esigenze), come detto nella prima comunicazione, ma anche il tre cilindri 1.0 TSI e i quattro cilindri 1.8 TFSI e il 2.0 TFSI.

Per accelerare la revisione dei dati relativi alla CO2, dice la casa tedesca, sono state informate tutte le autorità, gli importatori e i partner commerciali. Per il marchio VW, i nuovi dati saranno determinati con la revisioni della motorizzazione tedesca Kba. Anche i siti nazionali dei vari marchi saranno aggiornati con una pagina riportante le informazioni sugli errori sui dati di CO2, ma al momento non si sa ancora come la Casa intende procedere per ristabilire la correttezza dell’omologazione.

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