Concitata polemica tra la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il filosofo Massimo Cacciari durante Dimartedì, su La7. I due si scontrano dapprima sulla reunion del centrodestra, celebrata domenica scorsa a Bologna. L’ex sindaco di Venezia è molto critico: “Affermare che sia una grande novità comparire accanto a Berlusconi è patetico, per non dire altro. Si dovranno inventare una leadership che non potrà essere né Salvini, né la Meloni, ma che dovrà provenire dalla società civile. E sarà difficilissimo”. E aggiunge: “Se domani si va a elezioni politiche, il ballottaggio è tra Renzi e Movimento 5 Stelle, non tra Renzi e il centrodestra“. Giorgia Meloni dissente dall’analisi di Cacciari e il dibattito si fa rovente quando la presidente di Fdi critica l’accusa di populismo a lei diretta da più fronti: “Io faccio battaglie, come quella sulla povertà, che certa intellighenzia radical chic derubrica a ‘populismo’. Io penso che non sia populista dire che il governo stanzia 600 milioni di euro per 4.100.000 poveri, ovvero 40 centesimi di euro al giorno per ogni povero italiano, quando vengono dati 37 euro al giorno a qualunque immigrato che viene in Italia. Denunciarlo è responsabilità, non populismo”. “E’ populismo quando dici queste cose e non dai soluzioni concrete“, ribatte Cacciari. “Non è vero”, insorge Meloni. L’ex sindaco di Venezia si infuria e invita polemicamente la sua interlocutrice a permettergli di concludere il proprio intervento. “Si calmi, non si innervosisca, professore“, replica la leader di Fdi. Cacciari continua: “E’ populismo quando affermi che questa Europa non funziona e non dici come avviare questa ricostruzione“. “Democratizzando” – ribatte Meloni – “se lei me lo chiede, le rispondo. Me lo chieda“. Esplode la gazzarra, a stento sedata dal conduttore Giovanni Floris. Il filosofo prosegue: “Va benissimo denunciare i limiti dell’attuale politica europea. Populismo è dire che superi questi limiti, tornando a una fase precedente all’euro e all’unità monetaria“. “Io sono stanca di ricevere lezioni” – risponde la deputata – “come se noi dicessimo sempre cose a vanvera. L’unità monetaria andava fatta in modo completamente diverso e bisogna democratizzare le istituzioni che in Europa decidono, perché le decisioni vengono prese da un comitato d’affari che deve difendere quegli interessi“. Cacciari controbatte: “Chi decide in Europa non è un comitato d’affari, ma sono i presidenti del Consiglio e i ministri regolarmente eletti o rappresentanti dei vari Stati. Certo che c’è un problema, diciamo, di democratizzazione. Ma le risposte vanno date in avanti, non all’indietro”

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